Sanzeno, la casa-museo adesso è completa
Agricoltura e quotidianità fra l'Otto e il Novecento
La «casa museo» che documenta la civiltà contadina e la vita quotidiana in Val di Non fra Otto e Novecento è ora completa. Di fronte a Casa de Gentili, Giuseppe Wegher qualche anno fa ha raccolto in un’abitazione un’accurata esposizione di strumenti di lavoro. Una raccolta notevole (in tutto circa 1.700 oggetti) fatta di utensili, documenti e immagini storiche, pannelli esplicativi, che permette di «leggere» la storia dell’agricoltura in Valle di Non. Dalla coltivazione dei cereali ad opera di Reti e Romani (documentata dai ritrovamenti archeologici) all’economia zootecnica, alla gelsobachicoltura, alle vite, fino all’espansione della frutticoltura, la collezione «La vita contadina 1800-2000», al pianterreno, è stata visitata da molte persone alle quali Wegher ha volentieri aperto le porte.
L’abitazione vera e propria dell’edificio, al piano superiore, è ora diventata un «museo» della vita quotidiana, una tradizionale casa anaune che si presenta com’era fra Otto e Novecento. «Il nucleo centrale dell’abitazione - ci spiega Wegher - risale al XVII secolo, gli arredi e gli utensili sono quelli originali ottocenteschi». Oltre agli arredi e agli utensili ad uso familiare si trovano, nei locali adibiti a laboratorio, attrezzi originali di due tipi di lavoro artigianale che si svolsero effettivamente nell’abitazione: il lavoro del calzolaio e quello di sartoria. Collezioni che Wegher ha completato, grazie ad una ricerca durata una decina d’anni, con attrezzi autentici.
Nell’ingresso il visitatore è accolto da una esposizione di documenti e immagini degli ultimi due secoli: l’emigrazione, l’igiene, i conflitti, le crisi economiche (spiccano i marchi della Repubblica di Weimar): «Ho cercato di ricostrure un’atmosfera la più vicina possibile a quella del tempo», spiega Wegher. Entrare nelle stanze è un po’ come fare un viaggio a ritroso nel tempo: nella cucina il focolare e la cassapanca, le piattiere e la madia in legno con i comparti per le farine, tagliapane e attizzatoi, paioli e credenza, suppellettili, posate, ecc. Nella dispensa, i bagagli con le etichette originali che raccontano viaggi negli Stati Uniti (a New York ai primi del ‘900), tabacco, una collezione di ferri da stiro, trappole per topi, il «bazilon» per portare i secchi d’acqua dalla fontana, i fornelli ad olio e il sapone fatto con gli scarti della macellazione del maiale... Poi i due laboratori: la sartoria con i modelli della moda di allora giunti anche dagli Usa e quello del calzolaio, con «brocchette», attrezzi, chiodi, scarpe, gambali...
E ancora la camera con i letti del tempo e la «monega», lo scaldaletto a braciere, il cassettone e la farmacia a muro, ma anche la religiosità (santini, libri di preghiere, lumini, corone, rosari, crocifissi, candele, lo stampo da particole) e la scuola (pennini, calamai, libri del Ventennio, ecc.). Infine la tecnologia del ‘900 e i giochi di una volta, giornali, fumetti e 7mila pagine di rassegne stampa. Una bella proposta culturale didattica, che fa riflettere sui mutamenti avvenuti e che potrebbe inserirsi nel percorso culturale di Sanzeno, per la cui apertura alle visite Wegher gradirebbe un aiuto, dal momento che da solo non può sempre soddisfare le richieste. «Spero - si augura Wegher - che possa trovare il favore di istituzioni ed enti preposti».