Sarnonico non approva le modifiche allo statuto, Malosco resta ostaggio
Tempo scaduto. La modifica dello statuto dell’Unione Altanaunia è stato approvato dai consigli comunali di tutte le municipalità aderenti, tranne da quello di Sarnonico dove l’argomento non è nemmeno approdato in aula. La revisione avrebbe consentito a Malosco di lasciare l’ente sovracomunale, ma avrebbe anche impegnato le amministrazioni rimanenti (Cavareno, Romeno, Ronzone e Sarnonico) a indire un referendum per la nascita di un Comune unico. Un’ipotesi, quest’ultima, respinta con forza dall’amministrazione guidata dal sindaco Emanuela Abram che in una lettera aperta spiega i motivi della mancata approvazione del nuovo statuto. Un’azione che costringe Malosco (i cui cittadini hanno approvato lo scorso anno la fusione con Fondo e Castelfondo a partire dal 2020) a rimanere legato all’ente.
«Il motivo non va ricondotto ad una posizione di contrarietà verso l’uscita anticipata del Comune di Malosco (con la norma oggi in vigore potrà farlo solo dopo il 30 giugno 2018, ndr), quanto verso l’aver introdotto delle modifiche sostanziali anche ad altri articoli dello statuto» evidenzia Abram nel documento. Nello specifico, accanto alla possibilità di recesso unilaterale di Malosco e alla modifica della denominazione dell’Unione, la proposta affermava che «l’Unione dei Comuni ha la finalità di giungere a fusione dei Comuni partecipanti» e che «a tal fine i Comuni, che si rendono disponibili, si impegnano a promuovere il coinvolgimento della popolazione e ad avviare le consultazioni referendarie nei termini più brevi possibili». Lo statuto in vigore - approvato dalle precedenti amministrazioni comunali - prevede la fusione come obiettivo finale ed indica come scadenza ultima per la fusione la fine di quest’anno. «Con la modifica proposta da una lato si voleva allentare un vincolo temporale già fissato, dall’altro si richiedeva al Comune di Sarnonico di approvare una previsione verso la quale l’attuale amministrazione si è più volta manifestata esplicitamente in senso contrario» si legge nella lettera.
Va peraltro detto che Sarnonico aveva già espresso parere negativo rispetto alla modifica in sede di giunta dell’Unione: «Pare evidente che in merito agli stessi temi avrebbe mantenuto un comportamento coerente in sede di Consiglio comunale. Nessuna delle amministrazioni promotrici si è peraltro degnata di coinvolgere il nostro Comune nella redazione della proposta» afferma il sindaco. Secondo Emanuela Abram l’obiettivo di coloro che vengono indicati come «fautori dell’Unione» sarebbe quello di far ricadere la responsabilità politica del mancato recesso anticipato di Malosco su Sarnonico, mentre Cavareno, Romeno e Ronzone «se ne escono con un’aura di primi della classe per aver fatto tutto ciò che era in loro possesso per permettere la dipartita di Malosco, dimostrando disponibilità e attenzione per il territorio. Ma tutto ciò si riassume in una parola molto semplice: ipocrisia».
Il motivo lo spiega senza troppi giri di parole lo stesso sindaco sempre nella lettera: «C’è chi tenta di perdere tempo confezionando soluzioni solo di facciata, elaborate più con l’intento di salvare la faccia ai promotori che non per ottenere un risultato. L’importante sembra non sia risolvere il problema, ma dare a bere che si è operato tutto il possibile per farlo». Abram specifica dunque che la sua amministrazione non è contraria all’uscita anticipata di Malosco: «Anzi, questo a maggior ragione farebbe venir meno i capisaldi che avevano portato alla costituzione dell’Unione, perché formata da quei precisi cinque Comuni e con finalità fondate sulla presenza di tutti e cinque».
Il motivo della mancata approvazione della modifica dello statuto, dunque, risiede nella decisione di inserire oltre alla possibilità di recesso anticipato la previsione di doversi attivare nel più breve tempo possibile per l’indizione di un nuovo referendum: «La nostra risposta alla proposta era assolutamente prevedibile. Voler far passare nei cinque Consigli una modifica che già in sede di Giunta non aveva ottenuto l’unanimità (ben sapendo che per diventare effettiva necessitava dell’approvazione di tutti e cinque i Comuni), è stata una forzatura inutile e poco sensata, oltre che irrispettosa nei confronti dei consiglieri chiamati a deliberare. Si poteva ragionare in Giunta per trovare una condivisione, e quindi passare la proposta ai Consigli. Cosa che non è stata mai ricercata». Per Malosco si allontana dunque la possibilità di uscire dall’Unione in tempi brevi. Lo statuto parla chiaro: il Comune che intende uscire senza il benestare degli altri potrà farlo attraverso apposita delibera solo quando saranno trascorsi 5 anni dalla costituzione dell’Unione. «Entro il 30 giugno 2018 il consiglio comunale di Sarnonico approverà un’apposita delibera in modo da poter uscire dall’Unione a partire da gennaio 2019 - annuncia il sindaco Abram -. Rimarrà il vincolo delle gestioni associate, certamente non semplici da mettere in atto, ma avendo sperimentato l’ambiguità deleteria e le contraddizioni dell’Unione, si è consapevoli che dopo aver toccato il fondo e aver scavato, non si può che risalire».