Quel gemellaggio degli anni Venti
Era poco più di un insieme di fogli scritti a mano, ma anche un esempio di gemellaggio tra scuole degli anni Venti e Trenta. Si tratta del «gemellaggio» che i bambini che frequentavano le elementari in quegli anni del Novecento a Mezzana curarono per qualche anno con un’altra scuola italiana, per l’appunto attraverso un giornalino.
Allora le scuole stavano nella parte alta del paese, nell’edificio che ancora esternamente reca la scritta «vigili del fuoco» e un affresco votivo con sotto lo stemma del Comune. L’edificio esiste ancora, è in vendita ed è stata la scuola per i bambini di quegli anni, fin circa agli anni Quaranta, dopodiché le scuole furono trasferite nella sede attiva fino allo scorso anno, al «Palazzo».
Il gemellaggio tra le scuole consisteva nel compilare con una certa cadenza (probabilmente mensile) un giornalino di alcune pagine, redatto dagli alunni, costituito da testi con piccoli racconti della vita del paese, oppure a casa o nei campi, o ancora aneddoti, il tutto arricchito da disegni. Quando il giornalino era pronto veniva spedito e si attendeva che l’altra scuola facesse lo stesso, ovvero spedisse a Mezzana il suo giornalino con le sue notizie.
Fu una sorta di primo esperimento per far conoscere bambini che vivevano in zone diverse - purtroppo non si sa qual era l’altra scuola partecipante -attraverso la scrittura di piccoli temi, storie, narrazioni divertenti e piccoli episodi accaduti agli alunni, raccontando al contempo un po’ della vita della scuola e del paese.
Il giornalino fu anche al centro di un episodio ironico. I bambini di una classe di Mezzana, infatti, avevano come compito per casa l’elaborazione di un tema, ma per risparmiare un po’ di tempo ci fu chi decise di ricopiare un testo dal giornalino della scuola gemellata. Quando l’indomani una bambina fu chiamata a leggere il «suo» tema, lesse con un po’ di timore ma senza essere scoperta dall’insegnante, mentre la seconda alunna interpellata, che aveva copiato l’identico tema, non ebbe altra scelta che confessare che il suo componimento era il medesimo, parola per parola, scritto o meglio copiato dalla prima bambina e da lei.
Il gemellaggio durò per qualche anno e fu un buon esempio per i bambini per conoscere altre realtà e al contempo portare un po’ di Mezzana fuori dal confine del paese e della valle.