Ex Tassullo: "Al danno si aggiunge la beffa"
Sono dure le parole che scrive in una nota il dottor Lorenzo Lorenzoni, ex presidente della ex Tassullo, a proposito dell’accordo di sviluppo sottoscritto tra il vicepresidente della Provincia e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi e i vertici della nuova società denominata «Miniera S. Romedio» (ex Tassullo).
«Oltre al danno la beffa - scrive Lorenzoni - Questo ci dice il recente accordo di sviluppo. Un accordo che prevede un primo contributo (e non sarà l’ultimo) per rilanciare una società industriale definita (adesso sì!) fondamentale per l’economia nonesa e trentina. Adesso sì la Provincia va in aiuto ai nuovi acquirenti, mentre prima del fallimento, la stessa Provincia aveva negato alla ex Tassullo ogni supporto finanziario, mandando in fumo i risparmi dei 600 soci-azionisti (unica public company presente in Trentino) e facendo perdere decine di posti di lavoro.
E lo ha negato nonostante la società fosse in possesso di uno straordinario progetto, la cui valenza oggi tutti riconoscono, dotato di un alto tasso di innovazione ed ecosostenibilità, più volte premiato come esempio di una vera economia circolare, che ha avuto riscontro più volte in programmi televisivi nazionali e sulla stampa nazionale ed internazionale, suscitando anche l’ interesse e il plauso dell’allora presidente del consiglio dei ministri, Matteo Renzi, dell’allora viceministro Morando, di Telekom e di Microsoft. Ma anche lo stesso presidente Rossi ed il vicepresidente Olivi lo hanno esaltato in varie occasioni».
Un progetto che - continua la nota - «se finanziariamente sostenuto e avviato, in pochi anni avrebbe rilanciato la società. Il contributo finanziario che la ex Tassullo aveva chiesto alla Provincia era relativamente modesto, tanto da essere insignificante rispetto alle decine di milioni di euro concessi a noti capitalisti (Lorenzoni porta l’esempio di Marangoni e Funivie Folgarida Marilleva, nrd) o spesi per progetti assurdi (Funivie di Brentonico e trampolino di Pellizzano) destinati a diventare cattedrali nel deserto visti i cambiamenti climatici che comportano una sempre maggiore scarsità di neve per gli anni a venire». Finanziamenti che, aggiunge ancora «sono stati concessi più come mancia elettorale che per un concreto sviluppo economico».
Lorenzoni, quindi, entra nel merito dell’accordo appena siglato: «Si finanziano ancora i poteri forti della finanza (nel caso specifico la cordata trentina che ha acquistato la ex Tassullo) che potranno così godere dei frutti del progetto ideato e realizzato con il sacrificio dei soci della ex Tassullo. Un vero affare visto il costo modesto di acquisto e vista, soprattutto, la cifra di 12 milioni di euro ricevuta per la cessione del 2° e 3° lotto delle celle ipogee come prevede il contratto stilato dai precedenti amministratori della società. Cifra di cui non è dato di sapere la destinazione: trattandosi di soldi pubblici ritengo che i soci e i cittadini tutti abbiano il diritto di conoscere, e qualcuno il dovere di informare, ricordando che la nostra autonomia deve essere innanzitutto senso di responsabilità e trasparenza. Anche perché sono sempre più numerosi coloro che ritengono che condannare al fallimento la Tassullo, sacrificandola sull’altare della speculazione, sia stata una scelta carica di interrogativi e di passaggi oscuri, oltre che segno di mediocrità politica. Non servono curricola straordinari né fantomatiche ricette per capirlo, bastano un po’ di buon senso e una discreta lungimiranza».