La «lugiangia pù bona» viene da Nanno

 La «Lugiangia pù bona» del 2019 viene da Nanno. È questo il verdetto della nona edizione del simpatico concorso gastronomico organizzato dal Comitato «Ciamp», riservato a salumi fatti in casa e non professionali.

Il concorso, nato per raccogliere fondi di beneficienza, si è trasformato negli anni in un presidio a guardia della tradizione. Da sempre i nostri contadini si fanno le lugiange in casa, e quella che poteva essere una tradizione in declino, trova invece grandi appassionati anche nei giovani.
Diciamo subito che quest’anno - 26 i salumi iscritti - la qualità è sembrata un po’ in calo, ma i punteggi della giuria sono stati unanimi e netti. I giurati - presidente il macellaio Massimo Corrà «Goloso» di Coredo, poi Celestino Gasperetti del negozio alimentari «el Molinar» di Cles, Bruno Sicher patron e chef del ristorante Pineta di Coredo, Elio Menapace di Nanno, e Adriano Stevanin del ristorante Lago Rosso di Tovel - hanno affrontato con perizia l’esame organolettico delle 26 fette di salume, intervallate da un po’ di pane, un bicchiere di vino e un po’ di formaggi (favoloso quello di Luca di Malga Bordolona).

I giurati si sono riuniti sabato sera nella sala ex Bohne, dove il Comitato ha preparato le lugiange per l’esame. Come sempre, i giurati non sanno da dove viene il salume: lo giudicano solo per aspetto, consistenza e sapore, e poi votano. Anzi: i giurati non sanno nemmeno chi ha vinto fino alla proclamazione della domenica pomeriggio. Finito di assaggiare e di votare, se ne vanno e la somma dei loro punteggi è al sicuro, nel computer del comitato.
Come detto, quest’anno ci sono stati anche alcuni casi di rifiuto: la giuria ha scartato a priori due lugiange definite «non giudicabili», praticamente marcite e puzzolenti. Una piccola macchia che non ha però inficiato la gara delle altre, che in alcuni casi erano eccellenti. Discorso a parte meriterebbe la fantasiosa speziatura che qualcuno ha provato a modificare in casa: c’è stato chi ha aggiunto rosmarino, oppure aglio, con risultati molto lontani dalla filologia norcina.
Secondo gli organizzatori del Comitato Ciamp, quest’anno potrebbe aver influito l’inverno particolarmente caldo e asciutto, che avrebbe comportato problemi di stagionatura. «Può essere - commenta l’esperto Massimo Goloso - ma credo che chi ha una bella cantina fonda, non dovrebbe avere problemi di temperatura o umidità. In realtà c’è gente che si improvvisa macellaio, con risultati talvolta discutibili. Ma in generale abbiamo riscontrato una buona qualità e il tramandarsi della tradizione».
Come sempre, la proclamazione dei vincitore (la classifica qui a fianco) si è tenuta ieri pomeriggio alla sala ex Bohne con la tradizionale merenda con le lugiange della gara, precedute da una bella minestra di porri e patate per parar giò, come dicono gli organizzatori.

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