Due lupi sulla strada: a Castelfondo l'incontro nel cuore della notte
I lupi, a Castelfondo e in Alta Val di Non, sono presenti da alcuni anni ed ormai hanno formato un branco stabile, monitorato e censito dalla Forestale. Di questa notte l'incontro ravvicinato di un automobilista, che ha ripreso una coppia di selvatici sulla strada provinciale.
La situazione in valle è oggi molto più tranquilla, dopo l'allarme incontrollato che si era ingenerato un anno fa. Culminato in una caldissima serata di informazione organizzata dal Comune.
D'altronde il clima politico di allora era diverso. Quasi un anno fa, nel febbraio 2019, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti aveva persino convocato una apposita riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, presieduto dal prefetto Sandro Lombardi, e con il biologo dell’ Ispra, l’organismo tecnico di consulenza del ministero dell’Ambiente. Erano presenti anche l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli, ed anche il sindaco di Castelfondo con altri colleghi trentini. «Quella dei lupi è una questione di sicurezza e incolumità pubblica» aveva detto, istituendo le «ronde anti-lupo» che avrebbero dovuto essere formate dalle forze dell’ordine, Carabinieri, Polizia, Polize locali, per vigilare notte e giorno.
Di fatto, non sono mai esistite: annunciate di corsa dalla giunta provinciale, dopo la predazione di qualche pecora imputata ai lupi, sono state archiviate in fretta come rivelò l’assessore Giulia Zanotelli, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Michele Dallapiccola (Patt).
L’esponente della giunta Fugatti aveva precisato che già in una seduta del comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica del maggio scorso, dal commissario del governo era giunto uno stop, supportato fra l’altro dalle disposizioni del Viminale, all’impiego di forze dell’ordine in questa sorta di sorveglianza armata rivolta ai predatori (in parte l’iniziativa del presidente Maurizio Fugatti vedeva nel mirino anche gli orsi). Si era fatto presente insomma che le forze dell’ordine devono occuparsi del controllo del territorio in termini di prevenzione e repressione del crimine.
«Sono stati spesi inutilmente soldi pubblici che potevano essere utilizzati meglio, in opere di prevenzione per proteggere gli animali d’allevamento, e in buona informazione/formazione per i cittadini e per chi lavora in montagna», commentavano in una nota congiunta le associazioni Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Pan-Eppaa e Wwf. «Come prevedibile - aggiungevano - è arrivato lo stop da parte della Provincia autonoma di Trento alle ronde anti-lupo e anti-orso, con l’assessora Zanotelli che ne dà mesta comunicazione. Secondo il commissariato, infatti, le risorse umane destinate alla vigilanza devono essere meglio impiegate, facendole ritornare quindi all’originario controllo del territorio e alla prevenzione di possibili e reali reati in danno ai cittadini.
Si è rivelata quindi fallimentare l’idea di istituire le ronde anti-selvatici, che non hanno portato alcun beneficio, così dicono i dati, semplicemente perché la presenza dei selvatici non causa alcun problema di ordine pubblico e nessun pericolo per l’incolumità pubblica.
È chiaro che la vera ragione dietro all’istituzione delle ronde anti-lupo e anti-orso era meramente di propaganda politica, insomma una mossa per creare ad hoc tra i cittadini un clima di paura nei confronti di lupi ed orsi, in questo periodo sempre più nel mirino dell’amministrazione provinciale».
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