Walter Pollini: «Incendio per invidia Il mio agritur nel film a Tavon»
Un incendio frutto di invidia, danni per 60.000 euro e l'amarezza per non avere ancora individuato un colpevole. «Anche se io ho dei sospetti». Walter Pollini , titolare agritur Alpenvidehof, dice: «Sono sicuro che questo danno è stato fatto da qualche invidioso». Di cosa? «Del fatto che partecipo al film che si sta girando in questi giorni a Tavon, mettendo a disposizione l'agritur. Quel qualcuno probabilmente ha pensato: "Adesso vediamo se riesce a farlo quel film". Il danno c'è. Il dispiacere anche. La gente è cattiva... Ci poteva scappare il morto (tutto è successo la mattina del 2 febbraio poco dopo le 7.30,ndr) e quindi, tutto sommato, è andata bene perché in quei locali non c'era nessuno. C'è stata grande solidarietà da parte della popolazione, delle istituzioni pubbliche e della Pro Loco. Spero che le indagini dei carabinieri possano portare al responsabile di questo incendio. Comunque il film lo stiamo girando, proprio qui, perché non tutti i locali sono compromessi. E nella zona seminterrata è stato allestito il set».
La pellicola è firmata dal regista e produttore Carlo Fusco . Titolo: «The final code» (sceneggiatura di Ieva Lykos , che è anche una delle protagoniste). Racconta la vicenda del mostro di Amstetten, dal punto di vista delle vittime. Josef Fritzl , tenne prigioniera la figlia per 24 anni in un bunker sotterraneo nel seminterrato della sua abitazione. Il 19 marzo 2009 venne condannato all'ergastolo e rinchiuso in un istituto psichiatrico. La vicenda in parte è "romanzata", i nomi sono diversi. «Non è un docufilm, ma un thriller, ma il filo narrativo è quello dei fatti reali» racconta Fusco. La location principale è proprio l'Alpenvidehof. Oltre al locale di Pollini e della moglie Susanna Ianes , viene utilizzato anche l'Agritur Agostini. Le immagini vengono girate a Tavon, con comparse trentine (fra queste Aldo Stablum , alla sua seconda collaborazione con Fusco, con i figli Nicolas e Jennifer ). Nei giorni scorsi è stata utilizzata anche la scuola elementare di Coredo, che nella finzione cinematografica è diventata l'ospedale.
Il cast, come nel caso di «Dirty Fears», girato al Tonale lo scorso anno, è di tutto rispetto. Oltre alla piccola protagonista Mara Stefan , ci sono Chip Chuipka (nel ruolo del carnefice) e Sally Kirkland (la dottoressa), che abbiamo visto in «JFK» di Oliver Stone , «Ed Tv» di Ron Howard , «Anna» di Yurek Bogayevicz , grazie al quale ha vinto un Golden Globe e una nomination all'Oscar. Questo è il suo 251° film (finito di girare in Trentino sarà a New York per lavorare col regista John Gallagher in «All mobbed up»).
La sceneggiatura di «The final code» ha già avuto vari riconoscimenti (è semifinalsta al Los Angees Cinefest e all'Eurasia Filmfestival). Nel cast c'è anche Burt Young , noto al grande pubblico per la sua partecipazione alla saga Rocky di Sylvester Stallone (ha dato voce e volto a Paulie, il fratello della mitica Adriana). Ha 94 pellicole al suo attivo, tra cui «C'era una volta in America», diretto da Sergio Leone e molti ruoli in film per la tivù. Young - che oggi ha 80 anni ed è molto apprezzato dai colleghi e dai figuranti (circa una quarantina le comparse) - era stato arruolato dalla produzione di Fusco per interpretare uno dei personaggi chiave, il detective chiamato a risolvere il caso. Sul set però si è registrata qualche difficoltà, per cui l'attore è stato sostituito in corsa da Aaron Stielstra . A Burt Young è stata quindi affidata una parte diversa: interpreta John, il fratello di Buck (Chip Chuipka), che è carattere principale di questa storia ad altissima tensione. Le riprese dovrebbero essere ultimate a fine mese.
Tutti gli attori recitano in inglese. Anche per questo il cambio in corsa è stato complesso: serviva un attore professionista in grado di memorizzare una parte da recitare con un inglese fluente. Il film di Fusco - fa sapere la produzione - verrà distribuito a livello internazionale. Non è stato chiesto il sostegno della Trentino Film Commission anche perché, come aveva spiegato il regista, «le procedure per accedere ai fondi delle film commission sono molto complesse e sconvenienti per chi realizza film dove il budget principale è destinato ad attori internazionali. Purtroppo i contributi delle commission non prevedono questi costi e quindi non vengono calcolate come spese sul territorio, nonostante gli attori facciano parte del film e diano lustro allo stesso». Per questo ha puntato sul product placement del territorio. Una vetrina interessante, si dice, anche per le piccole imprese locali. Ci saranno anche le mele di Melinda, un gigante, che ha messo a disposizione cinquemila euro.