Anche le bottiglie di Trentodoc nelle celle sottoterra
Le celle ipogee, realizzate nell’ambito dell’attività estrattiva prima di Tassullo Materiali e poi di Miniera San Romedio srl, non serviranno più soltanto per conservare le mele Melinda, ma anche per affinare lo spumante Trentodoc.
Lo prevede uno schema di accordo tra la Provincia autonoma di Trento, la società Miniera San Romedio e il Comune di Predaia, che doveva essere portato mercoledì all’attenzione del consiglio comunale, rinviato a data da destinarsi a causa dell’emergenza sanitaria in atto. Rinvio momentaneo, ma il progetto c’è e, anche se l’impresa sta rallentando la produzione a causa dell’espansione dell’epidemia in tutta Europa, le idee sono in continua evoluzione.
A spiegare cosa prevede l’accordo è Roberto Covi, amministratore delegato della cordata trentina nata tre anni fa: «Il sito delle miniere è per noi strategico perché da lì estraiamo la dolomia, che usiamo per i nostri prodotti, ma anche perché si tratta di una cava essenziale, che vogliamo coltivare riducendo l’impatto ambientale, e proprio questo aspetto è stato uno degli asset valutati al momento dell’acquisto di Tassullo. Analizzando l’impatto della nostra coltivazione con l’Università di Trento, è risultato che, grazie al riuso dei vuoti, la nostra produzione ha un impatto inferiore del 75% rispetto ai prodotti dei concorrenti. Chi entra in quella miniera riutilizzandone gli spazi risparmia molto in termini di costruzione e poi divide l’impatto complessivo con noi. Inoltre, l’unicità tecnologica di questo sito è che si scava sulla base di un progetto di riutilizzo, per una finalità ben precisa, quindi non solo per sfruttare una risorsa».
Per prima ci ha creduto Melinda, ma adesso la scommessa è persino maggiore: «Per Trentodoc la collocazione delle bottiglie sotto terra, in un luogo che presenta temperatura costante, umidità e buio, è l’ideale. Lì le bottiglie possono stare per tutti gli anni necessari in un ambiente naturale che non ha bisogno di isolamento né di condizionamento. Tra l’altro, per le cantine sarebbe a disposizione uno spazio modulare, gestibile anche in base alla produzione delle diverse annate».
La capienza massima? «Sarà di 2 milioni di pezzi. Gli spazi necessari già ci sono - continua Covi - e ora li stiamo riallestendo per questo scopo: saranno pavimentati, illuminati, messi in sicurezza. Li affitteremo con contratti flessibili, in grado di soddisfare le esigenze di affinamento delle bottiglie, che vanno dai 18 ai 36 mesi. Alla fine ci piacerebbe creare a 300 metri sotto terra una cittadella, per i migliori prodotti trentini, che possano aiutarsi e spoingersi a vicenda, in una comunicazione coerente con la sostenibilità ambientale. Questo farebbe bene a Melinda, a Trendodoc, a noi: sogniamo un progetto che si trascini da solo».
Un sogno che si accompagna a un altro: «Con il Muse abbiamo in ballo un ragionamento interessante, in parte già avviato lo scorso autunno con la visita programmata nell’ambito del “Trenino della scienza”; un ragionamento che parte dall’esistenza di un sito unico dal punto di vista geologico, perché completamente asciutto a differenza di tante miniere, di cui è interessante raccontare la storia (che risale al Giurassico e presenta macro e microfossili tipici di questo periodo, ndr) così come l’epopea mineraria, iniziata nell’800, e lo sviluppo tecnologico, storico e sociale che ha comportato un cambio radicale dell’idea di miniera, da puro consumo e sfruttamento a riutilizzo delle risorse». È chiaro che, combinati insieme tutti questi fattori, il risultato è quello di un’iniziativa di notevole potenzialità turistica, che il Muse ha riconosciuto: «Ora stiamo dialogando coi servizi provinciali per vedere se sia possibile mettere a punto il progetto e attivare un volano turistico positivo per le aziende coinvolte e per tutta l’area».
«La nuova proprietà di Miniera San Romedio srl punta molto sull’innovazione, la ricerca, l’occupazione e la creazione di indotto - commenta l’assessore comunale Massimo Zadra -. Per questo come Comune siamo sempre attenti e, quello che serve fare, lo facciamo. I progetti ipogei di Miniera San Romedio, della Stp per quanto riguarda il recupero dell’ex T-center e di ampliamento del centro commerciale “La Mela” di Fabio Coletti si inseriscono nell’arco di poche centinaia di metri, sull’asse principale della strada, all’inizio del comune di Predaia e vicino all’area produttiva di Mollaro, che è un polo tra i più importanti per lo sviluppo economico della valle. C’è bisogno a livello provinciale di uno sforzo notevole, anche riguardo al discorso dell’interramento della ferrovia che, come Comune, abbiamo tentato di portare avanti. L’ente pubblico deve capire che si tratta di investimenti che possono favorire lo sviluppo delle imprese: investimenti che ritorneranno sotto forma di maggiore gettito tributario».