Ecologisti sul Presena «I teli non aiutano e il ghiacciaio si scioglie»
I teli non salveranno il ghiacciaio Presena. Per testimoniare questa verità e sensibilizzare l'opinione pubblica sui cambiamenti climatici alcuni membri di Extinction Rebellion Trentino, insieme agli amici di "The Outdoor Manifesto", sono saliti a piedi sul Presena per testimoniare l'incredibile arretramento del ghiacciaio portando in quota uno striscione che recitava "scopriamo la verità".
«Le nostre riserve di acqua si stanno svuotando - hanno ricordato gli attivisti -. Spesso non ci rendiamo conto che i ghiacciai sono una fonte primaria di acqua dolce e se non invertiamo la rotta rispetto alle emissioni climalteranti, nei prossimi decenni avremo grossi problemi di approvvigionamento idrico e di produzione di energia idroelettrica».
Per i manifestanti, serve uno sforzo epocale per mitigare gli effetti della crisi climatica che sta portando i ghiacciai allo scioglimento. «Tuttavia si continua imperterriti con la sola logica del profitto, progettando nuovi impianti di risalita e nuove piste da sci (come riporta un recente articolo del Corriere della Sera, la regione Lombardia ha appena stanziato 26 milioni di euro per due nuovi impianti di risalita a Ponte di Legno, a servizio di nuove piste da sci). E progetti simili sono in cantiere anche in Marmolada (altro ghiacciaio di cui si prevede la scomparsa entro 15 anni, ndr) e su tutto l'arco alpino».
Un «sistema tossico», secondo gli ambientalisti, che sta portando gli ecosistemi verso il collasso: «Non è coprendo i nostri ghiacciai con dei teli di nylon che li preserveremo da morte certa. In questi ultimi giorni di settembre talmente caldi che lo zero termico si attesta a 4000 metri di quota, l'azione di fusione dei ghiacci continua imperterrita senza concedere il tanto atteso respiro ai ghiacciai delle Alpi».
L'ondata di caldo degli ultimi giorni ha effettivament portato fenomeni rari o persino inediti per settembre: s olo qualche giorno fa il ghiacciaio dell'Adamello, il più grande d'Italia, ha perso in un colpo solo un volume stimato di circa 100 mila metri cubi dopo un enorme crollo di 15 metri di spessore della sua parte terminale mentre a pochi chilometri di distanza un'intensa grandinata ha creato enormi danni all'agricoltura e all'economia della valle di Sole.
«Purtroppo - proseguono gli attivisti - c'è ancora poca consapevolezza della gravità della situazione, del legame tra i vari eventi e di quanto i cambiamenti climatici impattano già e impatteranno la nostra vita quotidiana nei prossimi anni».
L'ultimo Special Report dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) evidenzia l'urgenza di «dare priorità in maniera tempestiva ad azioni coordinate e ambiziose per affrontare cambiamenti persistenti e senza precedenti che riguardano l'oceano e la criosfera» (la porzione di superficie terrestre coperta da ghiaccio o neve).
«L'arretramento dei ghiacciai in alta montagna contribuisce ad alterare la disponibilità e la qualità dell'acqua a valle, con conseguenze per molti settori come agricoltura e idroelettrico ma anche lo stesso settore turistico».
Ovviamente i cambiamenti nella disponibilità idrica non colpiranno solamente le persone che abitano le regioni di montagna, ma anche le popolazioni molto più a valle mentre per i piccoli ghiacciai in Europa l'IPCC prevede, per gli scenari con alte emissioni che non contemplino un cambio di rotta da parte della società, una perdita dell'80% della massa ghiacciata entro il 2100.