Clamoroso: Marina Mattarei pronta a lasciare il Sait per passare a Dao
Al mio segnale, scatenate l’inferno. Non siamo alle dichiarazioni da gladiatrice, ma Marina Mattarei non ci è andata per il sottile. Lo ha detto e lo ha fatto. Alla vigilia dell’assemblea dei soci della Famiglie Cooperative della Val di Sole, ha scritto una lettera che sa di chiamata alle armi. Ha indicato la sua via: dire addio al Sait e passare a Dao, subito e per sempre. Per l’esattezza ha scritto una lettera a tutti i collaboratori dei punti vendita. A tutti i soci (2722) ha fatto avere la sua relazione con la «linea Mattarei».
Una linea chiara, quanto coerente, quanto radicale: fare i bagagli e chiudere la porta in faccia al Sait, alla casa madre anzi, dal suo punto di vista, matrigna. «Se l’assemblea dunque lo autorizzerà, il progetto di cambiamento prevede l’invio al Sait della comunicazione di recesso entro il 31/12/2020 ma il mantenimento delle forniture fino alla chiusura dell’esercizio al 30/09/2021» scrive la presidente.
Una anno particolare, che si chiude con l’assemblea a distanza (domenica 20), con i soci chiamati ad esprimersi entro domani. E a chi si chiede se questa «operazione trasloco» sia possibile, Mattarei fa sapere che tutto è regolare: «Il collegio sindacale, per quello che concerne il proprio ruolo, ha espresso una valutazione positiva rispetto al percorso fatto dal Consiglio che ha portato alla proposta di recesso da Sait e di adesione a Dao».
Un appello accorato ma asciutto, nello stile della presidente: «Come vedete, la decisione va ponderata e presa adesso, ma i suoi effetti non possono essere immediati, per garantire un passaggio graduale alla rete di vendita e alla struttura amministrativa, ma anche per concludere con rispetto e lealtà il rapporto associativo tra la Cooperativa e il proprio consorzio di secondo grado, un percorso portato avanti sempre con responsabilità e correttezza, in una logica mutualistica di sistema e che mai rinnegheremo, ma che ora ha esaurito la sua funzione».
Mattarei mette le mani avanti, conoscendo quali potrebbero essere le reazioni di fronte ad una presa di posizione così forte: «Noi non siamo soliti tendere imboscate e assaltare le diligenze, tanto per essere espliciti (...) Sono ad affermare con molto fermezza che non appartiene alla mia etica cooperativa strumentalizzare contesti o ruoli per perseguire interessi di parte».
Ricorda i numeri più che positivi in un’annata in cui il Covid ha giocato a favore del settore alimentare: i ricavi netti ammontano a 9.999.387 euro, con un incremento dell’8,7% rispetto allo scorso esercizio. Il bilancio di esercizio chiuso al 30 settembre vede un utile di 164.073 euro. Sono 46 i dipendenti distribuiti nei punti vendita di Piazzola, San Bernardo, Pracorno, Terzolas, Caldes, Cavizzana, Mezzana, Pellizzano, Celledizzo, Cogolo, Vermiglio, Passo del Tonale e, per i soli mesi estivi, Fonti di Rabbi. Un «pezzo di cooperazione» economicamente sano ed appetibile. «Sono pronta a confrontarmi con chiunque si potesse permettere, dopo aver approfondito la conoscenza del mio percorso cooperativo a tutti i livelli, fino ai vertici istituzionali centrali, di insinuare elementi narrativi che si configurerebbero come diffamatori».