La Val di Non vuole acqua per le mele, la Val di Sole non è convinta di cederla, e "comunque la faremo pagare a caro prezzo"
"E comunque la faremo pagare a caro prezzo"
VAL DI SOLE - «Se la Val di Sole venderà la sua acqua lo farà a caro prezzo». All’indomani dell’incontro tra gli assessori provinciali Mario Tonina e Giulia Zanotelli e i sindaci e il commissario della Val di Sole Guido Redolfi, il tema dello sfruttamento delle acque del fiume Noce ritorna prepotentemente nell’agenda politica. E, come annunciato, il vertice che si è tenuto giovedì sera a Malé riporta alla ribalta il progetto di captazione voluto dal Consorzio di miglioramento fondiario di 2° grado della Val di Non che prevede di prendere l’acqua in Val di Peio, e portarla in territorio noneso per irrigare le coltivazioni di mele (si parla di circa 700 l/s).
Gli assessori, con al seguito una schiera di dirigenti provinciali, si sono presentati con «un progetto di sistema», come lo hanno definito, che potesse invogliare la Val di Sole a digerire un investimento sul quale non ha mai mancato di mostrarsi contraria. Un progetto di sistema che nasce su premesse e opere importanti ma non nuove e delle quali si parla da molti anni, come il depuratore della bassa valle, l’immancabile partita idroelettrica, le piste ciclabili, la metanizzazione, accanto alla valorizzazione del Noce. In generale, quindi, la proposta di compensazione pare non aver soddisfatto gli amministratori solandri che hanno sottolineato come essa «non contenesse elementi sufficienti per poter dialogare».
«Se dovessimo dare voce alla nostra gente - commenta Giacomo Redolfi, sindaco di Mezzana e rappresentante nel Consiglio delle autonomie dei Comuni solandri - avemmo detto un no secco. Per senso istituzionale, abbiamo ritenuto corretto di sederci al tavolo della discussione per capire la proposta della Provincia e quali opportunità si possono aprire per la valle. Ci è stato presentato un progetto di sistema con aspetti che devono viaggiare per conto proprio, come la questione del depuratore che ricordo è un’opera della quale si deve fare carico la Provincia. Ci è stata prospettata la possibilità di realizzare, nell’ambito della concessione eventualmente staccata al Consorzio, una centralina idroelettrica, ma non sono stati chiari su chi e sul come verrebbe realizzata. Oggi, un progetto vero e proprio non c’è. Mancano tutti gli elementi tecnici, di ristoro ai territori e di ristoro ambientale. Penso, comunque, che la Val di Sole per quanto riguarda le opere collegate allo sfruttamento delle acque abbia già dato molto.
Personalmente, se dovessimo decidere di vendere ancora una volta la nostra acqua, lo faremo solamente a carissimo prezzo e rispetto a temi ambientali, di sviluppo turistico e di crescita sostenibile. Non faremo passare un progetto di sistema che ha come unica finalità quello di portare l’acqua in Val di Non. Ci è stato comunque detto che senza condivisione questo progetto non andrà avanti».
Se i sindaci si sono mostrati piuttosto contrari, resta ora da capire se sussistono elementi per una trattativa. «Se si vanno a ricercare fondi e soluzioni per dare acqua ai meleti, perché non promuove studi di fattibilità per comprendere, ad esempio, quale modello di agricoltura sarà più rispondente in futuro ai temi di sostenibilità ed economicità? - aggiunge dal canto suo il sindaco di Caldes Antonio Maini, che ha ribadito anche come il depuratore non sia un’opera da caricare sui territori - Questo riguarda soprattutto la Val di Non ma lo stesso si può fare in Val di Sole sul tema del turismo. Prima di dare per scontato che quello attuale è il modello che funziona, vediamo se ci possono essere altri modelli. Un altro elemento da approfondire è quello che riguarda i Dmv: ci è stato prospettato che con la futura applicazione della legge anche l’agricoltura della bassa valle, non solo quella nonesa, andrà in sofferenza. Da qui l’ipotesi della Provincia che propone la rinuncia da parte del Consorzio noneso ai 100 l/s che oggi deriva sul Rabbies in favore del Consorzio della bassa valle. Inoltre, sono da considerare gli impiatti, oltre che sul territorio di Peio e sulla quantità d’acqua, anche rispetto alla cantierizzazione delle opere che riguarderebbe tutta la valle e andrebbe a interessare la zona della ciclabile».
Il commissario Guido Redolfi, infine, ricorda come in Val di Sole si sia spesa in difesa della propria acqua: «Ci sono amministrazioni comunali che hanno assunto delibere in favore della salvaguardia del fiume. La prossima battaglia, che va mantenuta comunque disgiunta dal tema attuale, è quella della qualità delle acque».