Nuovo bacino per la neve artificiale a Mastellina, con una muraglia impressionante
Lavori in corso per il nuovo invaso da 180 mila metri cubi di acqua, che sarà prelevata dai rii della valle: alla fine costera oltre 16 milioni di euro compresi i lavori dell’innevamento artificiale per le piste
DIMARO. Il fermo del cantiere dovuto alle difficoltà economiche legate alla pandemia da Covid è costato 1 milione, tra aumenti dei prezzi di materiali da costruzione e delle materie prime. Ma la costruzione del bacino per innevamento artificiale in località Val Mastellina è ricominciata da qualche mese e promette di arrivare alla conclusione entro ottobre, in modo da poter mettere in esercizio l'invaso già per la stagione sciistica 2022-2023.
Appare imponente, il muro di cemento armato che il raggruppamento temporaneo di imprese composto da Sevis srl di Moena e Kappa Cob di Cogolo di Peio sta elevando appena a monte della stazione di arrivo della cabinovia che parte da Daolasa. Le opere sono riprese con lena e a darne l'aggiornamento è il direttore generale di Funivie Folgarida-Marilleva spa, Cristian Gasperi.
«Dopo il fermo dello scorso anno dovuto al Covid - spiega - quest'anno il cantiere è stato riaperto e si lavora celermente, tanto che dovremmo riuscire a finire tutto per l'autunno inoltrato».
Quanto vi è costato, visti gli aumenti dei prezzi di materiali e materie prime, questo stop? «Circa un milione, con una previsione di costi arrivata a 16 milioni di euro. Parliamo però, per l'ammontare, di un bacino da 180 mila metri cubi di acqua, con una profondità massima di 13 metri, e del nuovo sistema di innevamento artificiale ideato per fornire neve a tutte le 35 piste in esercizio, per una lunghezza totale di 60 km».
Rientrano nel progetto, che nel 2019 ha ottenuto una Valutazione d'impatto ambientale favorevole, anche la rivisitazione di alcune piste, tra cui la pista Panoramica che dal monte Spolverino scende verso Daolasa, la pista delle Rocce che dal monte Vigo arriva alla seggiovia Bassetta-Monte Vigo e la pista Mastellina, adiacente al lago, da rivedere nel tracciato per l'occupazione di una parte con l'invaso.
Per preparare gli escursionisti estivi allo spettacolo, sempre piuttosto impattante, di un cantiere così grande, la società ha installato una serie di cartelli che spiegano quanto si sta facendo, riproducendo anche le immagini della situazione ante e post lavori. "Stiamo lavorando per voi" annuncia Ffm, ma la costruzione dell'opera ha fatto e farà discutere ancora. Per questo Gasperi ci tiene a dire qualcosa sulla sostenibilità dell'iniziativa. «Visto il momento particolare, caratterizzato da una marcata siccità e da elevate temperature, credo che queste opere vadano nella direzione giusta, per accumulare in quota acqua quando è in eccesso e rimetterla poi in circolo quando serve».
Ma l'acqua per riempire il bacino si preleva dai rii della valle: "Sì, dai rivi della valle e dal Meledrio in particolare - precisa il direttore di Ffm - ma rispettando le regole, tra cui quelle sui rilasci e sul deflusso minimo vitale (dmv) da garantire ai corsi d'acqua. Inoltre, va detto che abbiamo realizzato nell'ambito del progetto, una vera e propria opera di presa sul Meledrio per prelevare l'acqua quando è possibile, garantendone il rilascio quando serve. Questa presa servirà per produrre neve, indubbiamente, ma neve "sostenibile" che potrà essere prodotta anche quando quella naturale non ci sarà,assicurando così una forma di accumulo indiretto. Quando la neve si scioglierà, l'acqua infatti tornerà nel terreno». Inoltre, precisa il direttore, anche se l'impatto ora è evidente, alla fine dei lavori l'impressione sarà completamente diversa: «Abbiamo tenuto da parte tutte le zolle e il primo strato di cotico erboso rimosso, con cui sarà rivestita la parte esterna del lago. Mentre il disboscamento ha riguardato un'area marginale, visto che la zona era già abbastanza aperta».