I mieli nonesi conquistano l'Italia: premiati quello di melata di abete di Inama e quello di tarassaco targato Thun
All’importante concorso, svolto nei pressi di Bologna, hanno partecipato ben 1.466 mieli e 540 apicoltori: un record assoluto. I mieli sono stati analizzati da due diversi laboratori e sottoposti ad analisi sensoriale da parte di 100 esperti iscritti all'albo nazionale
VAL DI NON. La val di Non è terra di dolci tesori. Dalla melata di abete al tarassaco, per arrivare fino all'acacia: sono diversi, e tutti deliziosi, i mieli made in Val di Non premiati alla 42ª edizione del concorso "Tre Gocce d'Oro - Grandi Mieli d'Italia 2022" che si è svolto a Castel San Pietro Terme, a due passi da Bologna. In particolare il miele di melata di abete di Roberto Inama di Tres, apicoltore per passione dal 2003, e il miele di tarassaco dei Mieli Thun, virtuosa realtà fondata a Ton da Andrea Paternoster e portata avanti oggi dalle figlie Francesca ed Elena, che hanno conquistato le ambite "Tre Gocce d'Oro" al più importante concorso "Grandi Mieli d'Italia".
Un concorso al quale, nonostante le difficoltà della stagione dovute soprattutto alla siccità estiva che ha determinato un forte calo delle produzioni, hanno partecipato ben 1.466 mieli e 540 apicoltori: un record assoluto. I mieli sono stati analizzati da due diversi laboratori e sottoposti ad analisi sensoriale da parte di 100 esperti iscritti all'albo nazionale.
Un'attività intensissima che consente, ogni anno, di fare una fotografia della situazione produttiva italiana, di fornire al produttore importanti informazioni sul miele prodotto e di indicare al consumatore quelli che eccellono per i diversi tipi e per zone di produzione.A brillare sono stati, come detto, due mieli "figli" della val di Non. Per la gioia e la soddisfazione di chi li produce.
«Da anni partecipo al concorso, e questa è la prima volta che riesco a raggiungere le tre gocce - commenta raggiante Roberto Inama -. La melata è molto tipica dei nostri boschi, non viene ovunque, ma sono contento anche del miele che ha ottenuto le due gocce e valutazioni molto alte».
Grande è l'orgoglio anche dalle parti di Ton. «Quella del tarassaco è una delle fioriture più belle in assoluto - racconta Francesca Paternoster della Mieli Thun -. Portiamo le api sull'Altopiano di Asiago quando è ancora notte e, man mano che sale il sole, il fiore si apre. È una cosa da brividi». Il miele, invece, è un contrasto tra profumi e sapori. «Papà lo chiamava "Dottor Jekyll e mister Hyde", io lo definisco "bipolare" - aggiunge Francesca -. Al naso ti allontana, sa di crosta di formaggio, ha un odore ammoniaco, acre, sa di aceto. Quando però lo metti in bocca e si scioglie con la saliva ciò che rimane sono i fiori della camomilla».
Anche il miele di acacia, sempre della Mieli di Thun, ha ottenuto un ottimo risultato al concorso bolognese, conquistando due gocce d'oro insieme alla melata di abete di Apicoltura Luigina Maccani, la mamma di Roberto Inama, dell'Azienda Agricola Melchiori Giancarlo e dello stesso Inama, tutti e tre della zona di Predaia.
Due gocce d'oro anche per il "Millefiori di alta montagna delle Alpi" dell'Azienda Apistica Risatti Oreste della Val di Fumo e di Claudio Chini di Plan-Rabbi. Piena soddisfazione anche per i riscontri ottenuti da altri apicoltori trentini: per il "Millefiori di alta montagna delle Alpi" sono state premiate con una goccia d'oro l'Apicoltura La Miél di Canal San Bovo e l'Apicoltura Acm di Roncegno Terme, così come l'Apicoltura Biologica Bolognani di Cavedine per il rododendro e l'Apicoltura Facchinelli Ssa di Lavis per il tarassaco.