L'uccisione del giovane Massimiliano Lucietti nel bosco, i Ris: a sparare non sarebbe stato Maurizio Gionta
Il tragico giallo di Celledizzo resta aperto: secondo le analisi del nucleo specializzato dei carabinieri, non risultano tracce di polvere da sparo sulle mani e sugli abiti dell'altro cacciatore, che si è suicidato 24 ore dopo la scoperta del corpo senza vita del 24enne. Le indagini proseguono, molti in zona possiedono un fucile compatibile con quello che ha sparato nell'ottobre scorso
ANALISI Fucile, distanza e orari. Tutti i punti su cui manca chiarezza
OMICIDIO Massimiliano ucciso con un colpo alla nuca
IL DRAMMA Cacciatore di 24 anni trovato morto in val di Sole
DOLORE Celledizzo, il doppio dramma di una comunità
TRENTO. I Ris di Parma non hanno trovato tracce di polvere da sparo sulle mani e sugli abiti di Maurizio Gionta, il cacciatore di 59 anni che si è tolto la vita nei boschi sopra Celledizzo, in Trentino.
Le analisi tecniche sembrano scagionare l'uomo dall'uccisione del giovane cacciatore Massimiliano Lucietti, 24 anni, trovato da Gionta negli stessi boschi 24 ore prima di suicidarsi, la mattina del 31 ottobre scorso.
Lo riporta il Corriere del Trentino. Nella relazione consegnata alla Procura di Trento, i carabinieri della Sezione chimica, esplosivi ed infiammabili dei Ris spiegano che "non sono state rinvenute particelle 'peculiari' dello sparo".
Le analisi hanno evidenziato la presenza di alcune "particelle" compatibili, che però "assumono una valenza limitata, atteso che, per loro natura, possono anche essere di origine ambientale o derivare da fonti occupazionali".
Le precedenti analisi balistiche sull'ogiva trovata accanto al corpo del 24enne Lucietti avevano evidenziato una corrispondenza con il fucile di Gionta, un Winchester calibro 270.
Tuttavia sono una ventina i cacciatori che possiedono la stessa arma nella zona.
Tutto, dunque, lascia prevedere che le indagini siano destinate ad allargarsi per cercare di fare piena luce sul tragico episodio.