TRENTO. I citttadini di Caldes sono scesi per strada, questa sera, sabato 6 maggio, a un mese dalla tragedia del 5 aprile scorso, quando il giovane Andrea Papi è rimasto ucciso durante uno sfortunato incontro con l'orsa Jj4, nei boschi sopra il paese della val di Sole.
Centinaia di persone sono scese in strada dando vita a una fiaccolata silenziosa, dietro lo striscione "Siamo tutti mamme di Andrea".
Il corteo è giunto davanti alla casa della famiglia del 26enne, sulla quale campeggia un grande striscione con la foto del ragazzo ucciso e la scritta "Giustizia per Andrea".
La marcia, affollata e intensa, ha fatto sosta anche in cimitero, per rendere omaggio alla tomba del giovane, in un clima pervaso dal dolore, dalla commozione e dalla fermezza nella richiesta di giustizia.
La famiglia Papi ha fin da subito spiegato che farà tutto il possibile, sul fronte legale, affinché siano accertati tutti gli aspetti della tragedia. Già il mese scorso, in proposito, era stato anticipato che si intende rivolgersi all'autorità giudiziaria per contestare, fra l'altro, le modalità con cui è stato messo in campo il progetto Life Ursus.
"Confidiamo nella Procura di Trento e nei nostri avvocati: il governo attuale della Provincia, come quelli che l'hanno preceduto, hanno il dovere di chiarire, assieme allo Stato, se è stato fatto il possibile per garantire la sicurezza. La morte di Andrea si poteva evitare. Le istituzioni non hanno fatto niente per spiegare alla gente come comportarsi con un numero così alto di orsi", aveva dichiarato due settimane fa il padre, Carlo Papi.
Inoltre, ieri, i familiari della giovane vittima hanno annunciato querele nei riguardi di tutte le persone che hanno postato commenti denigratori in Internet.
[foto di Isidoro Bertolini]