Montagna / Il caso

Bambina in rianimazione dopo essere stata in malga, due le caciotte contaminate

Su 55 forme solo un paio risultano positive al batterio trovato nella bimba, ricoverata a luglio. Il fatto è avvenuto a Coredo, coinvolto anche l’Istituto superiore di Sanità.  L’avvocato degli indagati: “Le due caciotte prodotte il 17 e il 24 giugno non erano commercializzabili”

ESAMI Bimba in rianimazione per infezione batterica: la causa non è l'acqua
IL FATTO Bimba di 4 anni in gravissime condizioni
SCHEDA/1 Sintomi e cura del batterio Escherichia coli
SCHEDA/2 Cosa è la "Seu”: la malattia acuta rara

 

COREDO. Risultano positive al batterio escherichia coli di tipo Stec soltanto due caciotte di formaggio del lotto di produzione di giugno 2023, di cui fanno parte 55 tome in totale. Emerge questo dalle indagini del Nas dei carabinieri, ancora in corso, e dagli accertamenti scientifici dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie e di Brescia che si sono occupati delle analisi dei campioni del formaggio di malga, alimento considerato la causa della sindrome emolitico-uremica (Seu) contratta da una bimba trentina di due anni e mezzo a fine giugno scorso, a seguito di una gita in famiglia in una malga a Coredo, in Val di Non. Malattia che ha costretto la piccola al ricovero in terapia intensiva all'Ospedale di Padova per diverso tempo, in gravissime condizioni. Secondo le analisi compiute anche su campioni di feci di animali della malga, lo stec sarebbe stato riscontrato anche per alcuni bovini. Q

uattrocentocinquanta le tome di formaggio totali sequestrate dal Nas: risultano contaminate quindi due delle 55 prodotte a giugno. Sulle altre forme invece, per ora, gli esisti delle analisi degli Istituti incaricati non permettono ancora di affermare che il latte sia stato sottoposto a un processo di pastorizzazione efficace: questo è un punto che ancora rimane da verificare. Stando alle indagini sarebbero però anche emerse delle condizioni igienico sanitarie carenti nel luogo di produzione dell'alimento nella malga.

La difesa. Il legale rappresentante della malga, iscritto nel registro degli indagati e difeso dall'avvocato Andrea De Bertolini, avrebbe chiesto il dissequestro dei prodotti caseari, che ormai, va sottolineato, non potrebbero più essere destinati alla vendita ma solo alla distruzione. «I formaggi del lotto di produzione di giugno risultano essere tutte negativi a stec - precisa l'avvocato - stando ai campioni analizzati, ad eccezione di due caciotte: una del 24 giugno 2023, l'altra del 17 giugno 2023. Ma la bambina è arrivata il 25 giugno in malga, questo significa che nessuna caciotta prodotta a giugno poteva finire in tavola perché non commercializzabile. Inoltre ancora non è stato accertato che la bambina abbia realmente ingerito del formaggio quel giorno in malga».

Nel frattempo da parte del servizio veterinario sono in corso delle sanzioni amministrative per il mancato controllo dell'acqua prima dell'apertura della struttura. A fine luglio infatti era stata incriminata anche l'acqua della fonte che approvvigionava la malga, essendo stata trovata con contaminazioni di escherichia coli (successivamente però scagionata non essendoci riscontro del batterio stec).

Sul caso è stato coinvolto anche l'Istituto superiore di Sanità di Roma, da cui si attende una relazione finale. La bambina si troverebbe ancora in gravi condizioni, ma in miglioramento rispetto a luglio, quando era rimasta intubata nella struttura di Padova in terapia intensiva per diverse settimane.

comments powered by Disqus