Pescatore morì folgorato dall'alta tensione: nessun responsabile, né il Comune né Terna
Dajko Bardosh, titolare di una pizzeria a Mezzana, fu ucciso sul colpo dalla scarica mentre si trovava sulla Vermigliana. La posizione della Provincia (nel caso specifico dei Bacini Montani), che risultava indagata, era stata estromessa in sede di rinvio a giudizio
OSSANA. Sulla morte di Dajko Bardosh, folgorato per aver agganciato con la canna da pesca in carbonio i cavi dell'alta tensione, non ci sono responsabilità da parte del Comune di Ossana e di Terna Rete Italia: il giudice per l'udienza preliminare Gianmarco Giua ha prosciolto l'ex sindaco Luciano Dell'Eva ed il legale rappresentante di Terna dall'accusa di omicidio colposo.
La posizione della Provincia (nel caso specifico dei Bacini Montani), che risultava indagata, era stata estromessa in sede di rinvio a giudizio.
Proprio in questi giorni ricorre il quarto anniversario della morte dell'uomo, 52enne di origine albanese, gestore di una pizzeria a Mezzana. Quel tragico pomeriggio Bardosh andò a pescare nelle acque del torrente Vermigliana a Cusiano. Ma la sua canna finì col toccare i cavi e l'uomo venne raggiunto da una scarica elettrica: morì all'istante, folgorato.
L'archiviazione chiesta dalla pm Alessandra Liverani, a cui si era opposta la famiglia della vittima, era stata respinta dal giudice Enrico Borrelli che aveva ordinato l'imputazione coatta di Dell'Eva, difeso dall'avvocato Filippo Fedrizzi, e di Terna, rappresentata in udienza da un pool di avvocati di Milano e Roma.
In aula la pm ha ribadito che nel corso dei nuovi accertamenti non sarebbero emerse responsabilità di rilievo penale: le distanze da terra dei cavi dell'alta tensione erano state rispettate da Terna e tutte le regole erano state osservate dal Comune. Il gup Giua ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste.