Comuni / Il saluto

In pensione dopo 37 anni di lavoro, Campodenno saluta la sua segretaria comunale

Ivana Battaini: “Un ricordo particolare lo voglio dedicare a mio padre, che mi ha insegnato il rigore etico, il senso del dovere e l'attaccamento al lavoro e alla famiglia; penso che sarà contento del percorso che ho fatto. Di questo Comune serberò sempre vivo e affettuoso il ricordo”

di Fabrizio Brida

CAMPODENNO. Trentasette anni sono una vita. Una vita trascorsa alla guida di diverse "macchine comunali". Era l'inizio di febbraio del 1988 quando Ivana Battaini ha messo piede per la prima volta, da segretaria comunale e con una laurea in economia politica in tasca, in municipio a Sporminore. Dieci anni dopo, nell'estate 1998, il passaggio a Campodenno, dove è rimasta per quasi 27 anni. In mezzo le esperienze a Rabbi e Cavizzana, Sarnonico e Malosco, Cavedago: cilindrate e strade da percorrere diverse, la stessa passione, lo stesso impegno.

Da qualche giorno è ufficialmente in pensione e prima di Natale la giunta comunale di Campodenno guidata dal sindaco Igor Portolan le ha reso omaggio ringraziandola per il lavoro svolto. C'era anche il consigliere provinciale Daniele Biada, primo cittadino per oltre 13 anni.

«Sono stati anni molto belli, vissuti in modo intenso e appassionato - racconta Ivana Battaini -. In ogni sede municipale ho lasciato una parte del mio cuore e della mia vita professionale e personale. Di tutti i Comuni conservo un bellissimo ricordo per le persone che ho incontrato e per quanto è stato realizzato grazie al loro contributo, alla loro stima e al loro rispetto».

Lei ha lasciato anche dei ricordi "tangibili" su ogni territorio. Quali sono i più importanti?
«Nel Comune di Rabbi citerei la ristrutturazione della nuove Terme e il Grand Hotel e la pratica di acquisizione della concessione ministeriale per lo sfruttamento delle acque ferruginose, nel Comune di Sarnonico la realizzazione del centro sportivo da golf. A Campodenno il restauro conservativo del bene monumentale di Castel Belasi».
In che modo chiude questa pagina della sua vita lavorativa?
«Con una certa nostalgia, ma serena per aver dedicato ai Comuni in tutti questi anni il meglio di me stessa, per aver operato sempre con entusiasmo, con amore, con il rispetto della legge, senza arrendermi davanti alle difficoltà, che pure non sono mancate. Lascio il servizio, quindi, con la consapevolezza di aver svolto il mio lavoro con passione civile, con lealtà e rigore etico, avendo chiesto a me stessa molto più di quanto ho preteso dagli altri. Tanti anni di lavoro passati in fretta, tante straordinarie esperienze vissute. Con tutte le amministrazioni con le quali ho collaborato sono state raccolte le sfide della nuova normativa, progettando e realizzando nuove opere pubbliche e nuovi servizi pubblici, aprendoci all'Europa, al territorio».
C'è qualcuno in particolare a cui vorrebbe dire "grazie"?
«Per tutto quello che in questi anni è stato fatto, per questo percorso di lavoro così intenso e fecondo, per il clima di serenità e collaborazione con cui si è lavorato, sento di dover ringraziare tutti: dipendenti, sindaci, giunte e consigli comunali, personale di cooperative, ditte e imprese, forze dell'ordine, parroci, personale delle scuole, professionisti, censiti e utenti. Ma ci tengo a ringraziare anche la mia famiglia per la costante vicinanza, l'orgoglio e la pazienza con cui mi ha sostenuta. Un ricordo particolare lo voglio dedicare a mio padre, che mi ha insegnato il rigore etico, il senso del dovere e l'attaccamento al lavoro e alla famiglia; penso che sarà contento del percorso che ho fatto».
Per concludere, un pensiero a Campodenno, dove ha trascorso quasi 27 anni della sua vita professionale.
«Di questo Comune serberò sempre vivo e affettuoso il ricordo. A chi rimane, l'impegno di renderlo sempre migliore».

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