Giustizia / L’indagine

Brez, nessun avvelenamento delle vacche

Archiviata l’inchiesta aperta dalla procura di Trento dopo che due allevatori di Brez aveva denunciato i malesseri di alcune giovenche

BREZ. È stata archiviata l'indagine aperta dalla procura di Trento dopo che due allevatori di Brez aveva denunciato i malesseri di alcune mucche, ipotizzando che potessero essere state avvelenate. Il giudice Enrico Borrelli, accogliendo la richiesta avanzata dal pm e respingendo l'opposizione presentata dai proprietari dei bovini, ha infatti disposto l'archiviazione del procedimento che era stato aperto a carico di una trentino, escludendo che gli animali siano stati avvelenati.

«Le indagini compiute sul liquido e la visita veterinaria escludono sia l'immissione in natura di prodotti idonei all'imbrattamento e alla molestia di persone sia un nesso causale con il malessere degli animali», viene evidenziato nell'ordinanza del gip.

Ma facciamo un passo indietro. La vicenda era finita sul tavolo della procura a seguito della querela presentata dagli allevatori, che la mattina del 31 maggio 2023 avevano denunciato di avere visto collassare alcune giovenche. Il malessere - secondo la ricostruzione fatta dai proprietari - aveva colpito alcune mucche gravide che si trovavano in un box esterno alla stalla. 

Avevano raccontato che le mucche si comportavano in modo strano ed erano molto nervose. «All'improvviso, una dietro l'altra - in quattro - sono cadute a terra», le loro parole. A quel punto era stato chiamato immediatamente il veterinario ed erano stati allertati anche i carabinieri, inviati sul posto dalla centrale del numero unico di emergenza. 

«Il veterinario aziendale, arrivato tempestivamente, ha avviato subito le cure necessarie per salvarle e sono stati fatti dei prelievi. Proprio la tempestività del trattamento fatto sembra avere evitato il peggio», avevano spiegato. Poi i timori espressi: «Attendiamo l'esito degli esami, ma il sospetto è che gli animali siano stati avvelenati». Ipotesi, però, esclusa dalle indagini. Le verifiche si sono mosse su due filoni: quello delle analisi sui campioni prelevati dai bovini e la ricerca di una possibile fonte di avvelenamento, con particolare attenzione alla irrorazione di pesticidi. Per questo era stato anche posto sotto sequestro l'atomizzatore di un trentino della valle, che era stato iscritto nel registro degli indagati.

Ma all'esito degli accertamenti condotti dalle forze dell'ordine, anche con la collaborazione dei laboratori dell'Appa, sono state escluse sia l'ipotesi che il presunto malessere delle giovenche fosse riconducibile all'immissione di sostanze tossiche che una responsabilità da parte dell'uomo sottoposto ad indagini. Da qui la scelta della procura di chiedere l'archiviazione. Una richiesta che è stata accolta dal giudice.

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