L'inno di Mameli fa scappare gli Schützen
Sono bastate le prime note dell'inno di Mameli, intonate dalla banda cittadina, per far scappare gli Schützen dall'inaugurazione di Valsugana Expo, a Levico Terme, nel giorno, peraltro, delle celebrazioni del 25 aprile, e far scoppiare una nuova, accesa polemica. Dura la reazione del sindaco Passamani («Brutto episodio»), durissima quella del direttore della banda, Calvino («Schützen, vergognatevi!»), critico anche il senatore PanizzaI tuoi commenti
Indignazione e rabbia per l'uscita dal campo sportivo, giudicata offensiva, delle Compagnie di Schützen presenti all'inaugurazione di Valsugana Expo, durante il suono dell'Inno d'Italia. Un fatto grave, ancora più significativo, nel giorno delle celebrazioni del 25 aprile. I cappelli piumati, un'ottantina in rappresentanza delle compagnie di Piné - Sover, Pergine -Caldonazzo, Tesino, Strigno, Telve e Civezzano, in quanto era in programma l'inaugurazione di una mostra sulla difesa territoriale del Tirolo, allestita proprio dagli Schützen, mentre la Banda sociale di Levico suonava l'inno di Mameli hanno rotto lo schieramento e se ne sono andati (è rimasta solo una delegazione di Kaiserschützen).
«Un brutto episodio che ha lasciato tutti esterrefatti - commenta il sindaco di Levico Gianpiero Passamani -. Un fatto grave che non aiuta quell'unità e coesione che è necessaria in questo momento difficile per il Paese». Sul palco, con Passamani, autorità civili e militari, tra cui il senatore Franco Panizza , il sindaco di Borgo, i rappresentanti delle due Comunità di valle, il comandante della Guardia di Finanza, il maresciallo dei Carabinieri e una rappresentanza della Polizia municipale. «Come primo cittadino e padrone di casa, anche se l'organizzazione era di altri (Bsi Fiere) li ho ospitati volentieri e ho sfilato con loro - continua Passamani -, ma mai mi sarei aspettato un comportamento così grave: il rispetto degli altri e delle idee di ciascuno è fondamentale, e proprio nel mio intervento avevo fatto un richiamo all'unità, al lavorare assieme per il bene di tutta la comunità. Quello che è seguito non è stato un bel gesto ed è stato censurato da tutti; lo stesso vicecomandante della Federazione degli Schützen Giuseppe Corona , nel suo discorso, ha detto che un conto è il sentire nel cuore e un conto è il rispetto degli altri». Tra i più indignati il direttore della Banda cittadina di Levico, Giuseppe Calvino , che scrive in una nota: «Lo spettacolo disdicevole al quale ho potuto assistere dirigendo la banda mi ha profondamente indignato e offeso come Italiano. Schützen, vergognatevi!». «Queste persone - aggiunge - prendono dai loro Comuni (italiani!) e dalle Province di Trento e di Bolzano fior di contributi (l'ultimo, pari a decine di migliaia di euro, per l'acquisto dei cinturoni in cuoio), dimostrando di non disdegnare i soldi italiani, ma disprezzano l'Italia e il Canto degli Italiani». E conclude: «Mi limito a riportare uno dei più pacati commenti che ho potuto ascoltare da chi ha assistito a questa scena penosa. "Gli Schützen, solo pagliacci travestiti da volatili!"».
Calvino ha subito fatto le sue rimostranze al senatore Panizza, presente sul palco, che ammette: «Hanno fatto male, dovevano fermarsi fino alla fine. Ma quello che è stato percepito come una mancanza di rispetto è stato solo un errore, dovuto probabilmente al fatto che Corona era sul palco e non poteva ordinare il rompete le righe». Panizza getta acqua sul fuoco: «Gli Schützen hanno un loro cerimoniale per l'entrata e l'uscita, e così si sono mossi sulle ultime note dell'inno, ma concordo che avrebbero dovuto attendere la fine».
Il senatore Panizza, insomma, non ha percepito nel comportamento delle Compagnie degli Schützen un atteggiamento di sfida o di protesta. «Mi sono sempre battuto - ribadisce - perché non venga rimossa la nostra storia mitteleuropea e tirolese, altrettanto non accetto che venga ignorata la storia che ci appartiene».