Il dj attacca don Daniele in diretta e poi si scusa
«È una webstar, troverà il tempo per pregare?». Se l'è chiesto, nel suo programma su radio Deejay, il noto conduttore Alessandro Cattellan. Poi precisa: «Scusate, solo una battuta poco felice» (nella foto don Laghi)
SANT'ORSOLA - Sono le 11 circa di mercoledì e lo speaker di Radio Deejay Alessandro Cattelan , dopo una telefonata con un ragazzo vocato per la vita monastica che vorrebbe portare la radio in convento, si rammarica per la monotonia del tempo di quanti hanno deciso di consacrare la vita al sacerdozio.
«Almeno lo svago della radio», sono le mezze parole di Cattelan. Il paragone con don Daniele Laghi è subitaneo: «È una vera web star - aggiunge il deejay - twitta con un sacco di social. Lo troverà il tempo per pregare e dire messa?». Come dire: lui sì che si diverte. La battuta non sfugge a don Daniele, giovane sacerdote della Valle dei Mocheni che segue sei parrocchie, ed è vero, twitta e posta sui social come mai nessun parroco abbiamo visto fare. Tranne uno: il sommo Pontefice che ogni giorno da Twitter e Facebook manda messaggi di fede. Don Daniele come papa Francesco? No, per carità. Però andiamoci piano con le esternazioni. Così il deejay, contattato dal sacerdote, si scusa e relega tutto in una battuta poco felice.
Don Daniele, ci incuriosisce sapere se davvero con tutti i suoi post e tweet trova il tempo per dire messa e pregare. Glielo chiediamo come si farebbe con un buon amico, senza malizia, e lui volentieri spiega: «Prego un'ora la mattina, dopo il buongiorno sul web e il messaggio che spesso è l'interpretazione del Vangelo». A volte anche un incoraggiamento per chi legge a prendere la vita nel modo migliore. Oppure: «La guerra non porta a niente la pace ha altre vie, prima fra tutte il cuore e dialogo America e Siria», scriveva mercoledì.
Don Daniele è un pastore moderno che comunica fede e considerazioni personali con la stessa autenticità. Che non lesina a dare un pochino di sé a chi ha bisogno di condividere la sofferenza o solo la stanchezza. Il ritorno, insieme ad una stragrande dose di popolarità, è anche la confidenza di una umanità più spiccia che diversamente troverebbe il coraggio di cliccare «Mi piace», sul post di un sacerdote. I social per lui, sono il veicolo per raggiungere più persone possibili ma anche, perché negarlo, tenere sempre le buone amicizie e farne nascere di nuove. È accaduto con la famiglia del pilota Andrea Antonelli, morto in Russia lo scorso mese di luglio.
«Avevo mandato un tweet ad Andrea per salutarlo - racconta don Laghi - lui mi rispose che stava andando in Russia per correre il Gp di Mosca in Superbike». Uno degli ultimi messaggi che l'atleta invia da Tweet prima di morire. La famiglia del pilota risale a don Daniele e lo contatta: « Me son n'gropà quando ho sentito un padre piangere il figlio - ci racconta - vorrebbe conoscermi. Loro abitano in Centro Italia e io al Nord. Chissà, forse un giorno ci incontreremo». Il tempo di don Daniele è sicuramente pieno tra i suoi fedeli della Valle dei Mocheni, la sua famiglia a Santa Lucia di Ala, i suoi ragazzi che porta dal Papa e i pellegrini che domenica accompagnerà alla Madonna dell'Aiuto attraversando il passo del Redebus.