Rapinatore e abusivo Itea, per lui niente domiciliari
Andrà in carcere. L'uomo aveva minacciato la cassiera della Famiglia Cooperativa di Pergine
Ha tentato di rapinare la cassiera della famiglia cooperativa di Pergine, ma gli è andata male. È fuggito a mani vuote ed è stato arrestato mentre era seduto al bar poco distante. Ieri l’uomo è stato processato per direttissima. Condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione, non ha potuto beneficiare degli arresti domiciliari per un motivo piuttosto curioso: proprio poche settimane fa il soggetto aveva occupato abusivamente una casa Itea di Pergine. P
er il giudice Marco La Ganga, dunque, impossibile potergli concedere la misura alternativa al carcere in un alloggio che l’uomo aveva occupato dopo che gli era stato chiesto dagli ex inquilini di imbiancare le pareti.
La tentata rapina risale a sabato pomeriggio. Adriano Bighignoli, classe 1961, da cinque anni disoccupato, era entrato alla famiglia cooperativa di Pergine. Si era quindi avvicinato alle spalle della cassiera, bloccandola con un braccio all’altezza della nuca e puntandole un oggetto appuntito alla schiena le ha detto: «Dammi i soldi, sono sieropositivo», le aveva detto. «Pensavo fosse una siringa», ha ricordato ieri in aula la donna ancora molto provata.
Nonostante questo, però, la cassiera era riuscita liberarsi della presa e a lanciare l’allarme. In suo aiuto erano intervenute una collega e un’altra cliente. L’uomo non aveva comunque desistito subito. Anche quando la cassiera si era allontanata per lanciare l’allarme aveva continuato ad armeggiare sulla cassa nel tentativo di aprirla, senza peraltro riuscirsi. «Sono uscita e mi sono rivolta al negozio vicino perché temevo che il cellulare, al supermercato, non prendesse. Poi, quando ho visto che l’uomo era uscito, sono rientrata e mi sono chiusa dentro».
Quando sono arrivati i carabinieri l’uomo si era già allontanato, ma la commessa ha saputo fornire una descrizione piuttosto minuziosa tanto che quando i militari hanno notato l’uomo seduto al tavolino del bar poco distante dalla cooperativa hanno avuto pochi dubbi. Mostrata la foto alla testimone questa ha confermato che era proprio il soggetto che poco prima l’aveva minacciata. Ieri mattina c’è stata la convalida dell’arresto e il processo per direttissima. L’uomo si è proclamato innocente e ha detto di essere completamente estraneo alla vicenda. Le testimonianze della cassiera e dei carabinieri lo hanno però incastrato.
Bighignoli è stato quindi condannato, come richiesto dal pm Russo, a 1 anno e sei mesi di reclusione. Pena che al momento dovrà scontare in carcere visto che l’alloggio dove attualmente viveva è risultato essere occupato abusivamente. In pratica, è stato accertato, alcune settimane fa l’uomo era stato incaricato da una famiglia che doveva libeare la casa Itea, di effettuare alcuni lavori.
Entrato in possesso delle chiavi, Bighignoli non era più uscito dall’alloggio. L’Itea ha già avviato un provvedimento penale, attraverso l’ufficio legale, per tornare in possesso dell’alloggio. Ora, con l’uomo in carcere, probabilmente la situazione si sbloccherà più velocemente.
Proprio ieri il soggetto avrebbe dovuto incontrarsi con un’assistente sociale che aveva trovato per lui una soluzione abitativa. Non vedendolo arrivare la donna si è sorpresa ma ovviamente ancora non poteva sapere della disavventura giudiziaria.