Petri: «Ridiamo l'acqua al Fersina» Parte la petizione su Change.org
«Ridiamo l’acqua al Fersina». Questo il titolo della petizione lanciata sul sito internet Change.org da Simone Petri, giovane naturalista e agricoltore biologico di Zivignago.
«Da anni il torrente Fersina, che rappresenta l’omonima valle e la città di Pergine, non gode di buona salute - si legge nelle prime righe della petizione, che ha già raccolto una cinquantina di adesioni ed è e diretta in primis alla Comunità Alta Valsugana e Bersntol - il problema è noto ai tecnici, ai politici, alla Provincia e all’Associazione pescatori. Una situazione ben evidente anche a chi porta a passeggio il cane lungo il torrente, ai perginesi che transitano in macchina sui ponti, e si rammaricano nel vederlo in queste condizioni. Manca l’acqua e non vogliamo più sentire nessuna scusa. Colpa degli agricoltori! Colpa della siccità! La vera responsabilità è di chi sta zitto o di chi si lamenta senza intervenire».
Una situazione denunciata, a seguito di ripetute secche e improvvisi rilasci, anche dall’Associazione Pescatori Fersina e Alto Brenta ancora nell’estate 2015, ma che non appare risolta.
«Il bacino imbrifero del Fersina, pur di notevole portata, è caratterizzato da una serie di derivazioni per utilizzi diversi (idroelettrico, agricolo, privato) - spiega il naturalista ed ittiologo Lorenzo Betti, attento conoscitore di laghi e torrenti dell’Alta Valsugana -. L’entrata in vigore della normativa provinciale sul rilascio minimo vitale a partire da gennaio 2017 avrebbe dovuto garantire maggiori controlli e coordinamento.
Prevedere una soglia minima di 2 litri/secondo a Kmq è solo un primo passo (in alcuni casi insufficiente, viste le caratteristiche del corso d’acqua), per evitare secche o rilasci improvvisi, egualmente dannosi per l’ecosistema naturale e la fauna ittica. Serve un maggiore coordinamento tra tutti i soggetti che utilizzano in vario modo l’acqua del Fersina. Una presa di coscienza collettiva che tuteli il torrente simbolo della terza città del Trentino, avviando il risparmio e utilizzo responsabile della risorsa acqua anche in campo agricolo, con il tanto atteso sistema di irrigazione a goccia (sino ad ora sempre rinviato nelle campagne perginesi)».
Da qui l’avvio di una raccolta di firme, visto che la poca neve caduta sin qui nell’inverno 2016-17 non garantisce un adeguato «serbatoio naturale» in quota, mentre «l’accumulo nel bacino della centrale idroelettrica - si legge nella petizione - compromette l’ecosistema, il paesaggio e il torrente in ogni sua forma».
«Una petizione per certi aspetti simbolica, - spiega il promotore Simone Petri - ma tale da testare definitivamente se c’è un interesse concreto a livello politico e tecnico a risolvere una situazione deprimente per l’ambiente e per i cittadini, durata fin troppo. L’acqua del Fersina è il simbolo vero di Pergine: ha fatto nascere le prime attività artigianali, lo ha sconvolto con le piene, ha permesso agli agricoltori di crescere, garantendo divertimento e refrigerio ai cittadini».