Fersina, nuova guerra dell'acqua
Un nuovo grido d’allarme per il mantenimento di costanti livelli e quantitativi d’acqua nel bacino del torrente Fersina, soprattutto nel suo tratto urbano nel comune di Pergine. L’associazione Pescatori Fersina ed Alto Brenta, affiancata dall’Unione Pescatori del Trentino, presenterà sabato mattina nella sala polifunzionale di viale dell’Industria a Pergine le prossime iniziative per salvaguardare flora, fauna ed ecosistema fluviale nel torrente simbolo del territorio perginese e dell’intera Valle dei Mòcheni.
«La recente siccità autunnale ha ulteriormente aggravato una situazione già problematica - spiega Sergio Eccel presidente degli oltre 500 pescatori perginesi - le secche del torrente Fersina, e gli improvvisi rilasci, non sono un fenomeno nuovo ed era stato da noi approfondito con un recente studio pubblicato nel 2015 sulla rivista «Pescare in Trentino». Peccato che a fronte di quella dettagliata e preoccupata analisi nulla si sia mosso né da parte delle autorità provinciali né comunali».
Da qui la decisione di «uscire allo scoperto» e di evidenziare, davanti a stampa, ma anche amministratori e cittadinanza, le problematiche che stanno intaccando ed impoverendo un torrente dal grande valore paesaggistico e naturalistico. «Abbiamo affiancato in tale iniziativa l’associazione pescatori Fersina Alto Brenta - spiega Stefano Martini dell’Unione Pescatori del Trentino che sin dal 2000 riunisce e rappresenta i soci pescatori di 7 associazioni di tutto il Trentino (oltre duemila amanti della pesca) - riteniamo che a livello provinciale sia ancora poco nota la situazione di sofferenza e degrado ambientale che da tempo sta interessando il bacino del torrente Fersina. Un ambiente naturale unico che merita di essere tutelato, passando dalle parole a qualche fatto concerto». Nella loro analisi i pescatori perginesi ricordavano come «l’uso ambientale» ed idropotabile di un torrente prevalga su tutti gli altri utilizzi delle sue acque (economico, agricolo o idroelettrico), e come basterebbe lasciar scorrere nell’alveo anche solo un decimo della portata idrica per salvaguardare le sue funzioni ambientali e di prezioso ecosistema fluviale.
«Una conferenza stampa che vuole essere un momento di confronto e analisi con tutta la comunità ed i suoi amministratori, ma da cui partiranno una serie di iniziative concrete - spiega Sergio Eccel che per il momento non svela altri dettagli - l’acqua del Fersina non è un bene privato, ma una risorsa pubblica da difendere e tutelare nel rispetto di tutta la comunità. La provincia da fine 2016 avrebbe dovuto garantire il deflusso minimo vitale in ogni fiume e torrente trentino, una misura che, ha portato a rivedere la portata di derivazioni e modalità di alcune concessioni, ma non ha avuto degli effetti visibili e concreti sul livello idrico del Fersina, complice anche le ultime stagioni avare di precipitazioni.
Serve fare qualcosa di più, da parte di tutti, per tutelare un patrimonio ittico ed ambientale che rischia di essere irrimediabilmente compromesso».