Consegnate al sindaco di Pergine Oss Emer 2.700 firme per tutelare "riserva Barucchelli"
Sono state consegnate al sindaco di Pergine, Roberto Oss Emer, e presto verranno inoltrare anche al Comune di Tenna e per conoscenza alla Comunità Alta Valsugana e Bersntol e agli organi competenti della Provincia di Trento, le 2.700 firme che il comitato «In armonia con il lago», grazie ad una fitta rete di volontari, ha raccolto dalla metà di luglio: 2.700 cittadini (perginesi ma anche turisti e visitatori abituali) preoccupati per le sorti naturalistiche del lago di Levico, e che si oppongono al progetto di costruzione di passerelle e di una massicciata nella riserva locale «Barucchelli» (nella frazione perginese di Visintainer).
Un programma sovracomunale per la riqualificazione dei laghi di Caldonazzo e Levico mira infatti a concretizzare la totale percorribilità ciclopedonale del lago, ed in particolare, nella zona della sponda nord del lago di Levico, il Comune di Pergine (capofila del progetto) ha previsto la costruzione di un sentiero su massicciata e passerelle, con recinzioni e muri di massi ciclopici. Tali manufatti verranno costruiti all’interno dell’area di rispetto della riserva locale «Barucchelli», tutelata ai sensi di legge (articolo 35 della L.P. 11/2007 e ss.mm.), in un ambiente che è parte integrante della rete delle aree protette provinciali (confinante con questa zona c’è anche il biotopo «Pizè», riserva naturale provinciale di circa 20 ettari). Malgrado la perdita di biodiversità segnalata da studi naturalistici di enti museali e di ricerca commissionati nel tempo dalla Provincia di Trento (con censimenti e monitoraggi) ed anche dal WWF Trentino, sono ancora molte le specie botaniche e faunistiche che solo in quel luogo si possono trovare: un’oasi incontaminata e selvaggia ma fragile, che il comitato, nato per iniziativa di David Benedetti, Sergio Gadler e Raul Bergamini, vuole salvaguardare e preservare.
Le tipologie degli interventi e la cantierizzazione, secondo il comitato, risulteranno invasivi e i manufatti previsti decisamente estranei al contesto locale; l’apertura di nuovi accessi con mezzi e macchine operatrici pesanti su un suolo umido e l’apporto di materiale inerte, assieme agli incauti movimenti terra, causerebbero il proliferare di flora invasiva non controllabile; inoltre, l’inevitabile aumento del transito incontrollato nella zona arrecherà un disturbo permanente alla biodiversità del luogo, sofferente per la già numerosa frequentazione turistica, che raggiunge il suo apice nel periodo estivo.
Il comitato propone quindi di migliorare le vie di transito già esistenti, rendendo di fatto superflui i lavori in progetto: una soluzione meno costosa (per il progetto cui si oppone il comitato è prevista la spesa di circa 3 milioni di euro, finanziati dalla Provincia) e che risponde all’idea di frequentazione dell’area auspicata dagli autori del documento che regolamenta la riserva naturale (già approvato nel 1991 ed allegato al P.R.G del Comune di Tenna). La strada che risale fino ai pressi della località Visintainer, appartenente all’antica strada Imperiale Trento-Bassano, secondo il comitato è migliorabile con una fascia vegetale d’ombra unitamente all’istituzione di un obbligo di moderazione della velocità per i mezzi a motore e all’installazione di un’esauriente segnaletica di percorribilità dei percorsi, mentre la ridiscesa verso il lago in senso antiorario è possibile mediante la stradina che, dopo l’attraversamento di un ponticello in legno, percorre la valletta del rio Vignola.
«Molti dei firmatari sono convinti, come noi -spiega Sergio Gadler del comitato- che si debba porre in discussione il concetto stesso di valorizzazione. Non si tratta di aumentare in modo concreto il valore di ciò che si considera, bensì di riconoscerlo, di esserne consapevoli. Sicuramente il territorio possiede molto più valore intrinseco di quanto si valuti per i nostri interessi. Spetta dunque alle persone comuni tradurre in opera questo concetto, fin troppo abusato, del valorizzare. Consiste, semplicemente, nel vivere con amore e rispetto il territorio che ci circonda, scopo certamente non raggiungibile mediante interventi come quelli proposti, che non riflettono né stimolano una maggiore armonia tra l’uomo e l’ambiente cui egli appartiene».