Villa Rosa, indaga la Corte dei Conti
L'Azienda provinciale per i servizi sanitari «scivola» sui pavimenti di marmo dell'ospedale Villa Rosa di Pergine, che l'anno scorso sono stati resi meno insidiosi con un intervento costato 215.871,02 euro.
Ed è proprio questa la spesa su cui la Procura della Corte dei Conti (con un'indagine svolta dai carabineri dei Nas) nei giorni scorsi ha emesso e notificato una serie di inviti a dedurre a carico di varie persone coinvolte nel monitoraggio dell'esecuzione dei lavori e nel collaudo dell'opera.
La contestazione avanzata è relativa a un presunto danno erariale derivante proprio dall'effettuazione delle opere volte ad aumentare il coefficiente di attrito dei pavimenti della struttura ospedaliera, pur essendo stata la stessa edificata ex novo e aperta nel 2013. Per la Procura, il rispetto dei coefficienti di attrito normativamente previsti avrebbe dovuto essere pienamente garantito durante la costruzione del nuovo ospedale, senza la necessità di eseguire ulteriori interventi a 3 anni di distanza dalla sua apertura.
Del caso «pavimenti» aveva dato notizia l'Adige il 2 febbraio 2017: qualche giorno prima, infatti, il direttore dell'Area tecnica dell'Apss, Giuseppe Comoretto, aveva approvato una perizia per lavori di somma urgenza di 243.107,14 euro per trattare con una sostanza acida quasi 12.000 metri quadrati di pavimenti (gli atri di tutti i piani, le scale e i bagni), «aprendo» i pori del materiale posato al momento della costruzione e per innalzarne il coefficiente di attrito. Un lavoro, affidato Per-Chi snc di Pergher Danilo & C. di Castello Molina di Fiemme per la cifra complessivamente indicata nella contestazione, che ha reso più sicuro il bel marmo bianco e rosa degli atri e delle scale e la ceramica dei bagni. Che però, come già accertato dall'Adige all'epoca della notizia, non era fuori norma, anzi: il coefficiente di attrito richiesto per i pavimenti in luoghi pubblici è pari a 0,40 e le prove su quelli del Villa Rosa avevano dato come risultato 0,41-0,42 per la ceramica e 0,62 per il marmo, in condizioni di bagnato. Ma l'intervento era stato deciso comunque, considerando rischiosa (in caso di cadute e di conseguenti cause legali) la prossimità al limite minimo in condizioni di pavimento asciutto. Insomma, meglio spendere duecentomila euro subito che sobbarcarsi il pericolo di risarcimenti più ingenti, pur se solo eventuali.