Il rogito per il Castello di Pergine è slittato un'altra volta

Nuovo rinvio. Di comune accordo, va bene, ma sempre di rinvio si tratta: l’ennesimo. 
Non è ancora conclusa la compavendita del castello di Pergine, che ormai da un anno sta subendo dilazioni temporali per consentire al Comitato prima, e alla Fondazione poi, di avere tutte le carte in regola, e soprattutto la cassa piena dei finanziamenti, promessi ma non ancora liquidati.
I dubbi paventati dall’Adige nei giorni scorsi si sono concretizzati ieri nel momento in cui, stando agli annunci, la famiglia Oss e i rappresentanti della Fondazione Castel Pergine avrebbero dovuto trovarsi davanti a un notaio per sottoscrivere il rogito: uno stringato comunicato stampa del consiglio di amministrazione della Fondazione ha annunciato infatti lo spostamento dell’atto a giovedì 29 novembre. 
 
Il rogito programmato per ieri avrebbe finalmente messo la parola «fine» a una vicenda che si sarebbe dovuta concludere ancora un anno fa e che invece si è trasformata in una telenovela: prima la resa, poi la ripresa delle trattative e la firma del preliminare, la ripresa delle sottoscrizioni, il reperimento di finanziamenti pubblici, l’annuncio del rogito e ora il suo rinvio. Ma, nonostante questo nuovo stop, il Cda della Fondazione si mostra «lieto»: «La Fondazione Castelpergine onlus, tramite il suo consiglio di amministrazione - si legge infatti nella nota - è lieta di comunicare che si è giunti alla fase conclusiva dell’operazione di acquisto del Castello di Pergine. Il rogito previsto per oggi (ieri, ndr) 5 novembre viene di comune accordo con la famiglia Oss spostato al giorno 29 novembre 2018». Un nuovo rinvio giustificato per «consentire all’attuale gestione di completare le operazioni di chiusura, oltre che per permettere le traduzioni di tutti gli atti nelle due lingue in cui andranno sottoscritti (italiano e tedesco)».
 
Ragioni che paiono un po’ riduttive: come già spiegato dall’Adige, la Fondazione ha infatti in cassa solo 328.342,50 euro versati da 785 sottoscrittori (in aumento di settimana in settimana). Mancano, invece, i finanziamenti decisivi: quello della Provincia da 1,8 milioni di euro e quello del Comune da 100.000 euro. Ed è ancora da liquidare il contributo altrettanto sostanzioso della Cassa rurale Alta Valsugana come, infine, il mutuo sottoscritto con la stessa Crav. I vincoli posti da ogni contributore non hanno permesso finora l’erogazione dei singoli contributi: da qui l’effettiva ragione dello spostamento della data del rogito.
 
Ma solo alla fine della nota della Fondazione, se ne trova un accenno: col rinvio «si consente al Comune di Pergine di completare l’iter per lo stanziamento del suo contributo ed essere così sottoscrittore fin dal giorno dell’acquisto». La delibera del Comune per svincolare il suo contributo sarebbe la molla che farebbe scattare tutte le altre: arriverebbero così  a cascata i finanziamenti della Cassa Rurale, della Provincia, e infine il mutuo.

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