Manca il quorum, Asuc in difficoltà Al voto solo il 21% degli elettori Un nuovo tentativo a settembre
Rimandati a settembre: si dovrà aspettare la fine dell'estate per poter tornare a votare per il rinnovo delle cariche dell'Asuc di Pergine.
Il timore infatti di non raggiungere il quorum del 30% degli aventi diritto si è palesato ancora nel tardo pomeriggio, concretizzandosi poi nero su bianco alle 22 di domenica sera, quando si sono chiuse le urne.
Di circa 6.700 aventi diritto, maschi e femmine residenti da almeno 10 anni nel comune catastale di Pergine, solo 1.453 si sono recati al seggio del piano terra della Filanda: il quorum del 30% quindi (pari a poco più di 2.000 voti) è rimasto lontano, con una percentuale di affluenza del 21,5% finale.
Lo sconforto, a urne chiuse, era molto, anche perché al mattino, complice anche il movimento creato dalle messe delle vicine chiese, tutto faceva ben sperare in una votazione valida al primo turno.
Non è stato neanche fatto lo spoglio delle schede, e tutto è stato per l'appunto rimandato a settembre, quando verrà programmata una nuova tornata elettorale. Qualora anche questa seconda non dovesse andare a buon fine, si procederà ad una terza votazione: nel malaugurato caso che pure questa non raggiungesse il quorum previsto, tutta l'amministrazione degli Usi Civici passerebbe di competenza al Comune di Pergine.
Ora i componenti del direttivo uscente ed i candidati per il nuovo consiglio avranno tempo qualche mese per ripensare le strategie di propaganda e pubblicità, anche se, va detto, grazie ai social, presenza al mercato del sabato mattina, articoli sulla stampa e volantini nelle bussole la popolazione ha avuto parecchi modi per essere informata delle votazioni.
Alcuni, stante un forte retaggio del passato, erano convinti che ancora solo il capofamiglia potesse votare, altri invece hanno approcciato il voto con disinteresse, non conoscendo il significato degli Usi Civici e l'importanza dell'esistenza di questo comitato.
«C'è stata grande delusione - commenta Gino Froner , membro del direttivo uscente ma anche candidato per quello nuovo- dovuta soprattutto all'indifferenza con la quale molti non si sono presentati al voto. E non parlo solo di persone magari straniere, o residenti da troppo poco tempo per comprendere l'attività dell'ASUC. Analizzando il voto, la maggior parte delle assenze è dei perginesi».
Ora, per l'appunto, partirà la nuova strategia per affrontare al meglio il prossimo turno: «Ci troveremo a breve per discutere il programma d'azione - conclude Froner - che potrebbe prevedere lettere alle famiglie, o serate informative. Insomma qualsiasi soluzione condivisa per trasmettere l'importanza degli Usi Civici».
Rammaricato per l'esito del voto anche l'assessore competente, Carlo Pintarelli: «Dispiace molto - dice - per la lontananza di molti, troppi, dal valore degli Usi Civici. L'esito negativo di domenica vanifica la giusta causa di quanti si sono messi a disposizione candidando, ed anche del direttivo che amministra il patrimonio verde dell'Asuc, un importante servizio pubblico, di alto livello, svolto egregiamente. Credo anch'io che l'unica soluzione per la prossima tornata di votazioni sia quella di stimolare le persone con la conoscenza degli Usi Civici».
Come già detto su questa pagina, si fa risalire addirittura al 1531 l'inizio dell'Asuc, quando il primo statuto sancisce il diritto di Uso Civico dei capi famiglia del vecchio comune di Pergine con le frazioni di Fornaci, Masetti, Assizzi, Zivignago e Fontanabotte.
Una «autogestione» che dura da secoli e che, seppur spesso non pubblicizzata, è di fondamentale importanza (basti pensare agli schianti dell'ottobre scorso, alla legna da ardere, ai pascoli, alla malga): è piuttosto palese infatti che se l'amministrazione dovesse passare sotto l'egida del Comune, il servizio svolto ne risentirebbe andando a sobbarcare di ulteriore lavoro gli uffici.