Rurale, conti buoni ma pesano i timori
I 100 anni della ex Cassa rurale di Pergine si sarebbero dovuti festeggiare il 2 maggio. Ma il coronavirus ha mandato all'aria tutti i piani per un'assemblea della Cr Alta Valsugana che - nonostante i buoni risultati 2019 - non avrebbe avuto molto altro da celebrare. Il Covid-19 non lascia infatti grande ottimismo per il 2020 e il presidente Franco Senesi non cela la preoccupazione, nella relazione sulla gestione dell'esercizio chiuso il 31 dicembre; relazione che apre il bilancio pubblicato sul sito internet della Cassa dove si trovano con grande rilievo tutti i documenti relativi all'assemblea slittata al 25 giugno in prima convocazione e al 29 giugno in seconda convocazione, secondo le modalità che spieghiamo a parte.
«Come consiglio di amministrazione possiamo, anche questa volta, essere moderatamente soddisfatti di poter presentare dei dati che sono espressione di una Cassa Rurale solida - scrive Senesi -, che sta continuando il percorso di risanamento e riorganizzazione iniziato e del quale può raccogliere i frutti. Possiamo affermare che i risultati raggiunti sarebbero tali da consentirci di esprimere con fiducia la convinzione di riuscire a centrare gli obiettivi fissati dalla Capogruppo per il prossimo biennio ma, per gli effetti della situazione in atto, non ci è, allo stato, possibile argomentare una previsione attendibile».
Il primo tema su cui Senesi esprime grande cautela è quello del rientro dei "non performing loans", i crediti deteriorati, «scesi in poco più di un triennio da una punta del 33% - ricorda - al 13,89%, incluse le
operazioni definite e perfezionate in questi primi mesi del 2020»: due quelle portate a termine nel 2019 di cartolarizzazione/cessione di crediti deteriorati per complessivi 35 milioni di euro mentre l'esposizione netta (dopo le rettifiche di valore di sofferenze, inadempienze probabili e scadute deteriorate) è passata da 95,8 milioni a 64,7 milioni.
Un risultato sicuramente soddisfacente: «Ma abbiamo ragione di pensare che il costante rientro degli Npl subirà un rallentamento, tanto più elevato quanto più lo sarà il riflesso della crisi sanitaria sull'andamento sia del Pil che dell'economia della nostra zona, che per l'anno in corso si paleserà senza dubbio di segno ampiamente recessivo».
Dunque, se i dati del 2019 portano l'attivo totale a 1.504,8 milioni (+0,51%), il patrimonio netto a 166,3 milioni (+5,21%) e l'indice della solidità aziendale (Cet1) al 23,49%, tra i livelli più alti del sistema bancario, l'andamento dell'economia non permette di stappare bottiglie di champagne: «L'esercizio chiude registrando un utile netto di 7.725.676,56 euro, con un incremento del 5,33% rispetto a quello del 2018 (7.335.000 euro) - prosegue il presidente -. Non tragga però in inganno l'entità della cifra, perché è influenzata da parziali recuperi di perdite su crediti, accusate negli anni precedenti la fusione».
I chiariscuri sono parecchi. La raccolta complessiva è in sensibile aumento e si attesta su 1.722,8 milioni (+4,80%): se si riduce la raccolta diretta (1.067,2 milioni, -0,81%), in decisa crescita è invece quella indiretta (655,5 milioni, +15,42%) e soprattutto la indiretta gestita (441,3 milioni, +27,47%), ma gli impieghi in bonis sono saliti di poco, «in un panorama di sostanziale stagnazione economica che ci preoccupa non poco».
Panorama che Senesi analizza brevemente parlando di una «situazione economica sempre gracile. Osservavamo già negli anni scorsi come in qualche area della nostra provincia, e ancor più in quelle limitrofe, si siano avvertiti importanti segnali di ripresa e di inversione di tendenza post crisi, segnali tutti che noi non abbiamo purtroppo avvertito. Settori per noi trainanti come il porfido, l'edilizia e l'immobiliare non hanno ripreso slancio e altri settori come il turismo, l'agricoltura e il manifatturiero non sono riusciti a supplire, anzi denotano anche loro delle difficoltà: il turismo in particolare che, oltre alla sua strutturale debolezza, dovrà ora fare i conti con gli effetti della tristemente famosa pandemia».
Per il 2019, la proposta di destinazione dell'utile vede 7.793.690 euro a riserva legale, 231.770 euro ai fondi mutualistici per la promozione e lo sviluppo
della cooperazione, 500.000 euro in beneficienza o mutualità (nel 2019, così sono stati impiegati 1.434.207,04 euro), 1,2 milioni a riserva per proseguire nel riacquisto di azioni della società già avviato negli anni scorsi.
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