Alghe nel lago di Serraia Ioriatti attacca: "La colpa è dei pompaggi di acqua"
Il lago di Serraia divide. Questione ambientale, tecnica e pure politica. Lo stato delle acque, con una presenza di alghe che fa sorgere molti dubbi anche fra i cittadini non esperti di tutela ambientale, preoccupa. La giunta provinciale ha annunciato la presentazione di un piano delle azioni entro il 28 febbraio. Sul “banco degli imputati” ci sarebbero i trattamenti dei piccoli frutti, fragole in particolare, ma Ilario Ioriatti, dal 1983 al 2005 direttore della Cooperativa Sant’Orsola di Pergine, non ci sta. E critica la Provincia e l’Appa (Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente) che nei giorni scorsi hanno emesso un comunicato sulla questione.
Il comunicato della Provincia
È stato costituito presso il Dipartimento territorio e ambiente, un Tavolo tecnico di coordinamento fra le diverse strutture provinciali e le amministrazioni comunali di Baselga di Pinè e di Bedollo. «È a partire dalla fine degli anni ’90 che iniziarono i primi fenomeni di fioritura algale ed è da allora che sia i servizi provinciali che si occupano di ambiente sia Appa hanno iniziato a monitorare il lago - dice il vicepresidente Tonina -. In particolare Appa ha prodotto due relazioni, nel 1998 e nel 1999, quindi nel 2001 l’Università degli Studi di Trento ha elaborato una relazione finale sul carico di nutrienti e sull’utilizzo di un ossigenatore. In tutti gli studi è stata evidenziata la necessità di cessare ogni tipo di apporto di nutrienti dall’esterno indipendentemente dalle prestazioni fornite dall’ossigenatore. Per questo abbiamo stabilito di istituire un Tavolo al quale demandare i necessari approfondimenti». Il programma delle azioni dovrà definire i termini entro cui realizzare le iniziative per il risanamento, nonché una stima dei costi finanziari.
Le obiezioni di Ioriatti.
La lettura dei dati fornita dalla Provincia non convince Ilario Ioriatti. L’ex direttore della coop S.Orsola dice che le coltivazioni di piccoli frutti non sono la causa principale dei danni al lago. «Potrà incidere per uno zero virgola...». Le cause insomma sono da cercare altrove. Ioriatti spiega di essersi occupato spesso della questione del lago: «Questa primavera ho dovuto riprendere tutta la problematica in vista del rinnovo della concessione idroelettrica di Pozzolago, che in realtà è la chiave di volta anche della questione lago di Serraia». «I piccoli frutti, in pratica le fragole, hanno avuto un ruolo assolutamente marginale, ma sono diventate il comodo capro espiatorio dal 1998 del Dipartimento Ambiente, responsabile vero del problema, almeno dalla data del 1996 in poi».
Le critiche a Tonina.
Ioriatti dice che «la dichiarazione di Tonina è molto ambigua e studiata dal dottor Menapace, direttore dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente, allo scopo evidente di sviare l’attenzione dalle responsabilità dello stesso ente, che è con tutta evidenza la principale preoccupazione del Dipartimento». E ancora: «Ho una comunicazione di aprile 2020 da parte della stessa Appa da cui risulta che negli ultimi 4 anni la stessa ha analizzato 6 volte l’acqua a valle delle fragole trovandola assolutamente in regola e con livelli bassissimi di nutrienti (50 micronesimi di grammo/litro, esattamente come l’acqua del lago in primavera, quando è sano)».
Lo studio.
Ioriatti cita la relazione con le sue osservazioni, «che si possono trovare anche sul sito del Ministero». «In agosto - si legge - è stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente lo Studio di impatto ambientale (Sia) da parte di Dolomiti Edison Energy, prima tappa per il rinnovo della concessione idroelettrica di Pozzolago, che interessa anche il lago di Serraia, da cui ancora dal 1929 Edison e le aziende ad essa collegate ripompano nel lago di Piazze le “perdite” della diga. Era noto da tempo che questo non è che uno stratagemma che ha permesso di prelevare dal lago di Serraia tutta l’acqua disponibile, limitando quasi a zero il naturale ricambio, causa della permanenza sul fondo del lago delle fognature degli anni ’70-’89 e della eutrofizzazione del bacino».
L’accusa diretta.
Cosa provoca allora la proliferazione delle alghe? Ioriatti dice che il fattore scatenante è uno solo: «Il nuovo metodo di pompaggio prescritto dalla Provincia a Edison nel 1994, in occasione dell’ultimo rinnovo della concessione idroelettrica per Piazze Pozzolago. È stato installato ad ottobre 1996 ed è entrato in funzione a primavera 1997. Tutto - conclude - è provato dal rapporto temporale fra l’inizio di funzionamento del nuovo metodo di pompaggio e la comparsa delle alghe».