La tragedia di Nogaré, parla il fratello di Sandro: «Un dolore inimmaginabile, era attento e prudente»
Sandro Prada, 51 anni, e la figlia Elisa (13) sono morti venerdì sera a Nogaré di Pergine: il papà e la ragazza scendevano in moto dal Pinetano quando sono finiti fuori strada e hanno perso la vita. Claudio Prada è inconsolabile: “Non ci rimane che affidarci alla fede”
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FOTO Sopra il guardrail, precipitati nel bosco
BOSCO DI CIVEZZANO. «Al cospetto di una persona giovane morta per un incidente stradale, si parla certo di una tragedia. Ma con due morti all'improvviso, è inimmaginabile. Proprio da non concepire e neppure sopportare».
Mentre sussurra le poche parole per un fratello e una nipotina sradicati agli affetti più forti e intimi di famiglia, non trattiene le lacrime, Claudio Prada. Il suo fratello più piccolo, Sandro (nato il 26 marzo del 1970), pure fratello di Annamaria, Ornella, Lucia, Roberta, Antonella (queste ultime due, gemelle), è volato via assieme alla figlia minore Elisa, di 13 anni. Lasciando indicibile dolore in una famiglia rimasta con la moglie Patrizia Scurria e la primogenita Maddalena, diciottenne.
La famiglia d'origine di Sandro si è riunita sabato nella casa di Bosco (Civezzano) con il fratello e le sorelle, il genero e i nipoti. Tutti uniti in unico abbraccio a vigilare sull'incolumità dell'anziano papà Lino. Un pomeriggio soleggiato e ventilato nel giardino di casa, a un passo dalla chiesa parrocchiale di Sant'Apollonia. Un pomeriggio per meditare, azzardare supposizioni e non darsi pace, per queste due vite spezzate proprio mentre la felicità era all'apice, nel montare e testare la fiammante moto, nuovo orgoglio di papà Sandro e della figlioletta Elisa.
Tutti radunati in quel giardino divenuto all'improvviso luogo di tristezza. Proprio lì dove, giusto un mese addietro - era il 22 luglio - la festa era grande a festeggiare gli 88 anni di papà Lino. Lui che ci mostra qualche immagine di famiglia, con altre dell'allora piccolo Sandro in momenti di svago. La moto, per Sandro, che da una vita lavorava nel settore del porfido, era una delle passioni della vita. Così - come spiega il fratello Claudio - dopo alcuni anni senza la due ruote, non aveva resistito.
«Noi non sapevamo nemmeno della nuova moto. Lo abbiamo appreso l'altra sera (venerdì, ndr) con la ferale notizia dell'incidente. Ma con che moto?» dice Claudio. Il quale, però, con le sorelle e il cognato, puntualizza come Sandro - che, oltre alla pesca, amava pure le belle automobili - non era mai spericolato. «Sempre diligente, scrupoloso. Insomma, attento e prudente».
Raccontano di Sandro «coccolo» di tutti, in famiglia. «Era il più piccolino, tanto che noi sorelle, tutte, lo abbiamo accompagnato con il passeggino». «E la mamma Maria, se ci fosse ancora, sarebbe morta di crepacuore. Non ci rimane che affidarci alla fede» sussurrano le sorelle. Che ricordano l'orgoglio di Sandro a esibire le iniziali delle figlie tatuate sulla pelle.
Parla di «disperazione per queste famiglie» la sindaca Katia Fortarel, interpretando pure lo sgomento della piccola comunità di Bosco che, appena un paio di mese fa, aveva dovuto sopportare la perdita del piccolo Cristian Bacca.