Il flop del bike sharing, ecco perché il servizio non ha funzionato
Il presidente di Trentino Mobilità, Cristiano Mosca: un «parco bici» datato, spesso difficile da riparare e poco adatto a un servizio pubblico di questo tipo
PERGINE. Un «parco bici» datato, spesso difficile da riparare e poco adatto al servizio pubblico di bike-sharing. Questi secondo Trentino Mobilità Spa i motivi che non hanno mai fatta decollare a Pergine il servizio di mobilità alternativa che consente il noleggio di biciclette pubbliche tradizionali ed elettriche, utilizzando utilizzare negli spostamenti urbani. Un servizio che il consiglio comunale di Pergine ha ora deciso all'unanimità di gestire in autonomia e affidando la manutenzione e riparazione delle bici al cantiere comunale, interrompendo ogni rapporto con Trentino Mobilità Spa.
«Il comune di Pergine ha deciso in autonomia di dotarsi di biciclette, rastrelliere e app per lo smartphone - scrive in una nota Cristiano Mosca presidente di Trentino Mobilità Spa - nel 2020 è stato chiesto a Trentino Mobilità di manutentare il parco bici, ma subito sono emerse criticità, trattandosi spesso di biciclette di seconda mano e parecchie danneggiate».Situazione evidenziata ad amministratori e tecnici comunali già ad ottobre 2020, individuando oltre venti interventi di riparazione (31 le bici per il bike-sharing a Pergine).«Trentino Mobilità sin da subito si è adoperata per trovare delle soluzioni ai problemi "progettuali" delle biciclette (anche con soluzioni artigianali) - precisa il presidente Mosca - ma non si è mai potuto contare su un'organizzazione stabile, non trovando riparatori locali e dovendo contare sull'addetto alla manutenzione dei mezzi del servizio provinciale "Trentino E.motion". La scarsa qualità del parco biciclette iniziale è stato il punto di debolezza principale del bike-sharing a Pergine, con l'impossibilità di trovare i vari ricambi essendo bici datate e poco adatte ad un uso pubblico».
«Il numero di biciclette disponibili è stato quasi sempre insufficiente per garantire il servizio progettato e pensato da Trentino Mobilità - conclude la nota del presidente Mosca - e la flotta non è mai stata integrata con nuove bicilette, pur avendo segnalato al Comune la necessità di contare su 10-15 nuove biciclette per garantire qualità e sicurezza al servizio di bike-sharing, fronteggiando ripetuti vandalismi e danni da utilizzo non corretto. Trentino Mobilità non era chiamata alla gestione e manutenzione delle rastrelliere (ciclostazioni gestite dal fornitore esterno), ma si è dedicato tanto tempo e risorse per manutentare l'infrastruttura delle biciclette e delle rastrelliere, risolvendo problemi lunghi e complessi che hanno spesso reso inagibili le varie postazioni».D.F.