La denuncia di Zampa Trentina: «La cagnolina Jacky uccisa tra atroci sofferenze dal veleno»
Nonostante l’intervento tempestivo del veterinario, la proprietaria ha dovuto dire addio all’amata amica a “quattro zampe” che aveva ingerito l’esca avvelenata nel giardino di casa. Il racconto è stato condiviso dall’associazione territoriale
VIGOLO BASELGA Un altro cane ucciso dai bocconi avvelenati
TRENTO Paul, il cagnolino morto a causa della cattiveria umana
SARDAGNA Uma, splendida cagna uccisa da un boccone avvelenato
GARDA Il cane morto a Riva ucciso da bocconi avvelenati
PERGINE. Nella mattinata di oggi, martedì 14 marzo, «tra atroci sofferenze», la cagnolina Jacky è morta per colpa della cattiveria umana. A dare notizia via social (mediante un post pubblico condiviso alle ore 16:30) è Zampa Trentina, associazione nata a gennaio 2019 quando un piccolo gruppo di volontarie provenienti da realtà diverse si sono unite allo scopo di aiutare gli animali in difficoltà.
«Autopsia ed analisi del boccone trovato confermeranno se la causa di tanto dolore è stato il gesto criminale di una persona senza pietà - ha scritto l’organizzazione - i resti del boccone sono stati recuperati nel giardino di casa, lo stesso giardino dove si trovava Jacky insieme alla sua proprietaria quando l'ha ingerito».
«Nonostante il tempestivo intervento e la corsa dal veterinario, Jacky non ce l'ha fatta. Il nostro abbraccio a Martina e l'invito a chiunque possa sapere qualcosa a contattarci. Questi gesti devono essere puniti severamente affinché nessuno si permetta più di compierli. Se avete problemi con un cane, rivolgetevi al suo proprietario. I cani sono innocenti, sempre, e non meritano di morire così. Buon ponte Jacky».
Ricordiamo che il fenomeno degli avvelenamenti è un problema di sanità e incolumità pubblica: oltre ad essere un rischio per gli animali domestici e selvatici, costituisce un grave pericolo per i bambini e per l’ambiente. e per i bambini. Dal 2008 il Ministero della salute ha indicato un percorso per contrastare il fenomeno. L’ordinanza, che è stata prorogata e modificata nel corso del tempo, prevede esplicitamente il divieto di preparare e abbandonare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze tossiche. In tutto il territorio trentino sono costantemente riscontrati episodi di avvelenamento.