Ricerche con il drone per trovare il terranova perso nei boschi di Pergine: la storia a lieto fine
Da Bologna è arrivato Marco Fanti: dopo essere stato negli alpini e nei pompieri ora cerca in tutta Italia gli amici a quattro zampe che perdono la strada di casa: “Mi sono inventato questo impiego e ho grandi soddisfazioni”
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PERGINE. Lo splendido Terranova di due anni (Alaska) si era allontanato da casa (a Pergine) nel tardo pomeriggio di domenica 26 marzo. Il passaggio di alcuni caprioli era stato irresistibile per il cane che, però, dopo la corsa fuori programma, non aveva fatto ritorno. C'erano stati gli appelli sui social, la ricerca diretta nella zona - caratterizzata da un fitto bosco - ma del cane non c'era traccia. E così è entrato in scena il "cercatore di animali".
Arrivato in Valsugana martedì, dopo poche ore ha trovato e portato a casa Alaska. Che era bloccata su uno sperone di roccia in mezzo al bosco attorno a Pergine. Per cercarla è stato utilizzato un drone con termocamere. E tanta pazienza. Lui, il "cercatore di animali" è Marco Fanti, ha 36 anni ed è bolognese. Un lavoro, il suo, inventato da nulla alcuni anni fa sfruttando quello che ha fatto e studiato in precedenza.
«Ho lavorato a lungo come vigili del fuoco e nel soccorso alpino, sono istruttore di cani da soccorso e a casa di cani ne ho tre. Uno è Babù, insieme siamo una tribù e quindi il nome della mia azienda è "La tribù di Babù"». Lavora da solo e si muove in tutta Italia rispondendo alle richiesta d'aiuto che arrivano da privati, come nel caso delle ricerche per Alaska, o anche da parchi.
«Mi capitato di lavorare anche per la ricerca di animali selvatici». Ma per l'orso Mj5, il plantigrado "ricercato" in Trentino, non è stato chiamato. La sua particolarità è di lavorare con il drone con termocamera che permette di sorvolare dall'alto aree molto gradi e di "sentire" la presenza di un animale.
«Con lo schermo doppio posso anche vedere dove viene segnalata la presenza di "caldo" per capire se si tratta dell'animale che sto cercando o di altro».Con la sua attrezzatura Fanti è quindi arrivato martedì in Valsugana. Le prime verifiche hanno riguardato le mappe aeronautiche per vedere se la zona fosse stata libera da divieti. Perché per far volare il drone ci sono delle regole da rispettare.
«La zona - spiega Fanti - era impervia e boschiva ha richiesto un controllo estremamente scrupoloso tramite la termocamera. Da un altezza di 50 metri, poi, riusciamo ad individuare la nostra "piccola" amica, sdraiata su uno sperone di roccia, in un posto estremamente pericoloso e scivoloso. Sotto di lei un salto di 4 metri e quindi un torrente, una situazione delicata».
Indossata tutta l'attrezzatura da soccorso, Fanti si è calato per il recupero non facile visto che Alaska è un Terranova di una sessantina di chili, spaventato per la situazione e anche dalla presenza di un estraneo. «Ma anche far sentire al sicuro il cane è il mio lavoro». Il costo dell'operazione? «Varia a seconda della situazione, diciamo che costo come un idraulico».