Ghiaccio / Il caso

Ice Rink di Piné: lavori in ritardo, gli atleti rischiano di non potersi allenare

La Federazione sposta tutto al Renon. Niente ritiri delle nazionali, niente allenamenti né gare: l’inverno sarà un disastro, e le minoranze del Comune: «Lo avevamo detto, promesse irrealizzabili»

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di Daniele Ferrari

BASELGA. Ha creato disappunto e preoccupazione tra le società sportive pinetane, da sempre impegnate nel mondo degli sport del ghiaccio, la notizia della mancata aggiudicazione del primo lotto (importo totale di 5,42 milioni di euro di cui 3,33 milioni per lavori) per il rifacimento, adeguamento e rinnovo di impianti del palazzetto coperto e pista da hockey dello stadio del ghiaccio pinetano, perché nessuna ditta ha presentato una formale offerta e la gara è andata “deserta”.

«Le speranze erano diverse, con la fine dei lavori del primo lotto attesa per ottobre-novembre e la possibilità di utilizzare da inizio 2025 la pista esterna (secondo lotto) – spiega Alessio Bernardi presidente del Circolo Pattinatori Pinè –. Ora l’intera stagione sportiva 2024-2025 appare compromessa e la Federazione sport ghiaccio (Fisg) ha già spostato tutte le gare ed allenamenti delle squadre nazionali alla Ritten Arena di Collalbo sul Renon. Gli atleti delle squadre nazionali della pista lunga potranno usare l’impianto altoatesino (affrontano una lunga trasferta in macchina), ma è a rischio l’attività delle categorie giovanili e degli atleti della pista corta (short track) per i quali stiamo ricercando un accordo con le società di Pergine e Trento per allenarci nei loro palaghiaccio».

Dirigenti e tecnici delle discipline del ghiaccio (pista lunga, short-track, hockey, pattinaggio artistico) hanno tenuto una riunione nel weekend per mettere a punto un “Piano B”: «Stiamo pensando ad allenamenti settimanali a Pergine, Trento o Cavalese, ma non abbiamo certezze - spiega Ori Jshiwa presidente dell’Artistico Ghiaccio Piné -. Le società locali hanno chiesto l’installazione di una pista artificiale temporanea (30X60 metri), ma tempi, costi e finanziamenti restano incerti». Pista provvisoria che, oltre a prevedere ingenti costi di noleggio, gestione e manutenzione giornaliera (si parla di circa 190mila euro), difficilmente potrebbe essere collocata nei pressi dell’Ice Rink Pinè, area che diventerà un cantiere.

«Per la pista temporanea abbiamo già presentato una richiesta alla Provincia allegando preventivi e documentazione, ma i tempi sembrano lunghi ed incerti – spiega ancora Alessio Bernardi del Circolo Pattinatori Piné – il rischio è che si fermi l’intera attività del settore giovanile, mentre gli atleti impegnati alle scuole medie e superiori dovranno fare grandi sacrifici per conciliare studio, allenamenti e competizioni. Non manca la sinergia tra società sportive, mentre è più difficile avere risposte certe da Provincia, Comune o Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 S (Simico Spa) che deve seguire appalto e lavori».

«Le rassicurazioni di Simico Spa (lavori conclusi entro novembre) sono apparse fin da subito irrealistiche, e più volte in consiglio comunale sindaco e giunta hanno fornito informazioni sommarie e incerte su tempi e appalti dei lavori – scrive il gruppo Impegno per Piné –. Sorprende non solo il fatto che la gara sia andata deserta, ma l’immobilismo di Comune e Provincia, incapaci di pretendere chiarezza e assunzione di responsabilità da chi deve realizzare l’opera olimpica. Contro i ritardi servono soluzioni alternative facendo continuare l’attività sportiva con agevolazioni, convenzioni o strutture temporanee».

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