Addio a padre Modesto, da oltre 50 anni missionario in Burundi
Di Montesover si è spento in Africa all’età di 85 anni. La Diocesi di Trento lo ricorda come «figura esemplare di missionario appassionato e fedele, grande operatore di pace, che conobbe da vicino i tre martiri padre Ottorino Maule, padre Aldo Marchiol (entrambi saveriani) e la missionaria laica trentina Catina Gubert, vittime di una brutale aggressione la sera del 30 settembre 1995 a Buyengero, in Burundi, nel pieno della guerra civile»
MONTESOVER. Ha trascorso oltre cinquant'anni in Burundi, un Paese segnato dalla guerra civile e dalla povertà. Qui ha seminato pace e speranza tra chi ogni giorno combatte contro la miseria e la disperazione. E qui padre Modesto Todeschi (in foto), 85 anni, missionario saveriano di Montesover, ha concluso la sua vita terrena. Sabato 16 novembre mattina il religioso si è spento per problemi respiratori presso il Dispensario della Parrocchia di Kamenge, nella capitale Bujumbura, dove era tornato nel 2023, dopo un periodo trascorso in Italia per motivi di salute, con il desiderio di terminare la sua missione.
«Sono in Burundi dal 1966. Per otto anni mi hanno espulso, era il 1981. Nel 1989 sono tornato. Da trent'anni ho il privilegio di esserci. Anche se c'è la guerra da undici anni, proprio nella difficoltà sento la gioia di essere lì e di essere vicino a loro»: così, nel 2005, in occasione di una visita nella sua val di Cembra, il sacerdote trentino aveva parlato dell'esperienza in missione. Parole che danno il senso di una vita spesa con generosità per altri, in un contesto pericoloso e difficile.
Prete diocesano, ordinato in Cattedrale a Trento nel 1964 (compagno di Messa del vescovo emerito Bressan e di un altro saveriano trentino, padre Gabriele Ferrari), venne presto conquistato dal carisma missionario. Nel 1969 la professione religiosa definitiva con i Saveriani, quando già aveva iniziato ad operare in Burundi, dove rimarrà, ricoprendo spesso incarichi di responsabilità nel suo Istituto religioso, fino alla morte.
Nel 2022 era rientrato in Italia per curarsi presso la Casa Madre di Parma: ma a luglio 2023 il cuore lo aveva riportato in Burundi, dove era impegnato come viceparroco a Kamenge e si dedicava alla Pastorale dei malati. La Diocesi di Trento lo ricorda come «figura esemplare di missionario appassionato e fedele, grande operatore di pace, che conobbe da vicino i tre martiri padre Ottorino Maule, padre Aldo Marchiol (entrambi saveriani) e la missionaria laica trentina Catina Gubert, vittime di una brutale aggressione la sera del 30 settembre 1995 a Buyengero, in Burundi, nel pieno della guerra civile».
La scorsa estate, quando era ripartito per l'Africa, il missionario aveva trovato intorno a sé ancora morte e distruzione: «I frutti dell'Accordo di pace non si vedono ancora». Eppure padre Modesto ha scelto di rimanere fino alla fine. Senza mai perdere la speranza.
«Ora mi trovo nella capitale Bujumbura, al Centro giovani di Kamenge - scriveva sulla rivista saveriana -. Il quartiere Kamenge ha sofferto molto, perché distrutto dalla guerra. Mi trovavo qui, nel 1995, proprio mentre lo distruggevano. Ora, grazie agli aiuti chiesti dal cardinale Tonini, stiamo ricostruendo le case, di giorno. Ma la notte si spara ancora e si teme il peggio. Questa incertezza pesa enormemente sul cuore dei giovani. Un motivo in più per essere qui, portare loro speranza ed incoraggiarli a tenere aperta la soglia della pace».
I funerali di padre Modesto si svolgeranno mercoledì 20 novembre nella parrocchia San Guido Maria Conforti di Kamenge dove riposerà.