In Alto Garda e Ledro, 700 studenti non pagano la mensa

A scuole chiuse si stanno facendo i conti con i soldi arretrati dei pasti erogati, e la situazione non è felice: più di 700 utenti non si sono ancora messi in regola con il pagamento del servizio mensa di cui hanno beneficiato durante l’anno scolastico appena trascorso. È un dato pesante, che riguarda tutti gli Istituti comprensivi e superiori operanti sul territorio della Comunità Alto Garda e Ledro, per un totale che supera i diecimila euro di «scoperto».
 
Va subito detto che su 4.259 studenti iscritti al servizio mensa, ben 3.507 sono virtuosi ed in regola con i versamenti. E che il non pagamento di questo servizio spesso nasconde un profondo disagio sociale: per questo, viene ribadito, si chiede a chi si trovi in difficoltà di comunicare eventuali situazioni di difficoltà e quindi a cercare con la Comunità dell’Alto Garda e Ledro una possibile soluzione.
 
Diverso il discorso per gli «smemorati», quelli che sono in debito di cifre abbastanza irrisorie: in questo caso però il sistema informatizzato che gestisce il buono pasto digitale (una novità introdotta in via sperimentale, nel 2014, all’Istituto Comprensivo di Arco e quindi esteso a tutto l’Alto Garda e Ledro) provvede da tempo ad inviare un avviso via Sms a tutte le famiglie, con l’importo del saldo e l’invito a provvedere alla ricarica. Gli invii sono stati fatti a partire da crediti negativi superiori a -3 euro e sono stati spediti il venerdì, ogni due settimane. Inoltre, l’ufficio Istruzione della Comunità è stato impegnato, soprattutto in primavera, ad effettuare telefonate informative alle famiglie. La stessa attività informativa è stata operata in collaborazione con i dirigenti scolastici che hanno provveduto ad avvisare le varie utenze con debiti superiori ai 50 euro. 
 
Se ciò non bastasse, la Comuntà ha spedito un ulteriore messaggio Sms di richiesta saldo del debito che conteneva tutte le indicazioni necessarie, seppur nella brevità del testo (160 caratteri). «Messaggio  - spiegano all’ente erogatore - che non aveva lo scopo di colpevolizzare gli utenti ma sollecitarli a mettersi in regola, dopo che le molteplici comunicazioni precedenti erano cadute nel vuoto».
In dettaglio, i soldi che mancano sono costituiti da un utente che ha un debito fra i 700 e gli 800 euro; cinque utenti fra i 200 e 700 euro; quattro fra i 150 e 200; dieci fra i 100 e i 150; 39 fra i 50 e i 100; 58 fra i 30 e 50 euro; 34 fra i 20 e i 30 euro; 82 fra i 10 e i 20; e ben 519 utenti che devono rifondere meno di dieci euro. 
Il problema principale è da una parte tutelare chi paga, e dall’altra non infierire su chi si trova in difficoltà. Per questo «in fase di sperimentazione e nel primo anno di utilizzo e fino alla completa messa a regime del nuovo sistema si è deciso di operare con molta flessibilità fornendo il pasto anche agli utenti con saldo negativo». «Inoltre, alla data attuale - spiega la Comunità - il sistema risulta completamente a regime e il presupposto fondamentale per la fruizione del servizio è quello di disporre di un credito positivo».
 
Ora però sarà necessario cambiare registro. La Comunità sta infatti procedendo in questi giorni alle attività necessarie per provvedere al recupero coattivo del credito tramite la Società Equitalia, e si sta valutando l’ipotesi di sospendere il servizio agli utenti non in regola. Il buono digitale ha prodotto svariati vantaggi, a detta degli stessi utenti ed operatori, compreso quello di eliminare l’incombenza della raccolta dei buoni durante le lezioni, che spesso generava imbarazzi e perdite di tempo.

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