Schianto fatale con la moto nel Veronese La vittima è Elisabetta Berasi, 35 anni di Arco

Una serata d’estate in libertà conclusa nel peggiore dei modi

di Davide Pivetti

Una serata d'estate in libertà conclusa nel peggiore dei modi. È Elisabetta Berasi, psicologa arcense di 35 anni, la vittima dell'incidente mortale di ieri in tangenziale a Bussolengo. Erano circa le 18, con il sole ancora alto e il traffico consueto di quell'ora in un giorno feriale, quando la giovane professionista arcense si stava dirigendo verso sud, forse verso Verona, a bordo della sua «Ducati». Stava viaggiando da sola, con in spalla uno zainetto all'interno del quale gli agenti della Polizia stradale hanno rinvenuto costume da bagno e infradito. Segni, probabilmente, di un pomeriggio in riva al lago che poteva avere nel Veronese una giusta conclusione.
 
Invece qualcosa è successo in località Ferlina, dove la tangenziale, nella sua corsia sud, compie una leggera curva verso destra. Elisabetta Berasi ha perso il controllo della sua moto per cause non ancora chiarite ed è andata a schiantarsi contro il guard rail sul lato sinistro della strada. La sua «Ducati» è poi rimbalzata strisciando nuovamente dall'altra parte della carreggiata fermandosi poi sotto il guard rail del lato destro.

Non ci sono testimoni oculari, non ci sono riprese video nonostante la presenza di telecamere lungo il percorso della superstrada. Forse ha dovuto evitare un ostacolo improvviso, forse la manovra di un altro veicolo l'ha costretta a cambiare bruscamente traiettoria. 

Sarà la Polstrada di Verona a cercare di chiarire l'esatta dinamica dell'accaduto. Sull'asfalto sono stati rilevati ben 50 metri di frenata, con i segni del pneumatico che si fermano nel punto di impatto contro il guard rail. Pochi istanti dopo lo schianto, sul posto, si sono fermati due automobilisti in transito, padre e figlio, che hanno tentato di prestare i primi soccorsi alla giovane motociclista arcense e hanno chiamato il «118». Sul posto sono arrivati i sanitari di «Verona Emergenza» che hanno tentato una disperata manovra rianimatoria. Purtroppo non c'era più nulla da fare per la giovane psicologa arcense. Al medico rianimatore, dopo quasi mezz'ora di tentativi, non è rimasto altro che constatarne il decesso.

La tangenziale veronese - è la S.R. 62 - è rimasta chiusa al transito per due ore nel tratto di Bussolengo, con comprensibili disagi per il traffico attorno alla città. A coadiuvare la Polstrada anche gli agenti della Polizia locale di Verona e di Bussolengo, oltre ai vigili del fuoco che hanno rimesso in sesto la carreggiata. Elisabetta «Liz» Berasi aveva studiato al liceo «Maffei» di Riva e si era laureata a Verona. Aveva lavorato come psicologo e psicoterapeuta in Valsugana (comunità famiglia a Pergine), quindi all'ospedale di Rovereto e negli ultimi anni al Centro di salute mentale di Riva e Arco. È stata protagonista di studi, ricerche e convegni specialistici in regione e in Italia. 

Era un'appassionata giocatrice di tennis e aveva raggiunto buoni risultati in ambito locale. L'anno scorso si era aggiudicata il torneo «Città di Mori» dove era stata finalista l'anno prima, buone le sue performances anche ai tornei di Ala e Levico. Un amore per questo sport che l'aveva portata ad essere anche un riferimento delle racchette femminili in zona. Proprio ieri mattina aveva disputato un match per il torneo «Città di Arco» sui campi del Circolo Tennis di via Pomerio. E ieri sera, quando la notizia è improvvisamente arrivata al Circolo, i soci e i molti amici di Elisabetta sono ammutoliti. Uno choc.
 
Chi la conosceva ne sottolinea l'amore per i motori (la «Ducati» l'aveva acquistata da pochi mesi), gli animali, ad iniziare dal suo bellissimo cane, e la passione per il sushi. I genitori vivono a Bolognano, dove Elisabetta e cresciuta prima di trasferirsi in via San Sisto.
 

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