Chiusura del punto nascita di Arco Mezzo milione di costi per l'elicottero
Mezzo milione di costi per l'elicottero
La chiusura del punto nascita di Arco costa 545 mila euro all'anno all'Azienda sanitaria della Provincia autonoma di Trento per le spese dovute all'utilizzo dell'elicottero per «trasporti urgenti di donne gravide provenienti da Arco». È lo stesso assessore provinciale alla salute, Luca Zeni (Pd), a proporre i dati rispondendo a un'interrogazione sulla chiusura del Punto nascite.
«Nel periodo dal primo agosto al 31 agosto - ha detto Zeni in aula - si sono verificati complessivamente 24 trasporti secondari urgenti di gravide provenienti dall'ospedale di Arco. Di essi - ha spiegato - 17 sono avvenuti con ambulanza (3 a Trento e 14 a Rovereto) e 7 con elicottero (tutti a Trento nei giorni 2, 3, 6, 8, 9, 16, 17). Vi sono stati anche 2 soccorsi primari con elicottero (il 12 a Molina di Ledro e il 27 a Tiarno di Sotto). Il costo di ogni intervento - ha continuato Zeni rispondendo all'interrogazione di Maurizio Fugatti (Lega) - di elisoccorso va da un minimo di 96 euro al minuto per il vecchio elicottero a un massimo di 140 euro a minuto per gli elicotteri di più recente acquisizione, con una durata media per intervento pari a 55 minuti; va precisato che di regola vengono utilizzati gli elicotteri nuovi e solo in caso di avaria o manutenzione degli stessi si ricorre all'altro mezzo». Dal che si evince, facendo una media di 118 euro al minuto, per 55 minuti, per 7 voli, che nel mese di agosto l'Azienda sanitaria provinciale ha speso 6.490 euro a volo; che per sette voli significa 45.430 euro, che moltiplicati per 12 mesi sono 545.160 euro.
Prosegue intanto anche la raccolta firme del comitato Salviamo il punto nascita di Arco, che ha raggiunto quota 5.500 sottoscrizioni su carta e un altro migliaio online contro una chiusura «decretata da Roma sulla base di dati lacunosi non essendo contemplata la valle di Ledro né le Giudicarie, vista la concomitante chiusura di Tione».
I punti di raccolta sono oltre centro su tutto il territorio provinciale dall'Alto Garda alle Giudicarie ma anche fuori provincia. A Limone il sindaco in persona ha «steso tappeti rossi» agli attivisti mettendo loro a disposizione gli spazi e le insegne per invitare la popolazione a firmare. L'azienda sanitaria per contro sta «offrendo» alle future mamme «il percorso nascita assistito da ostetrica, quasi che ostetrica e ginecologa siano la stessa cosa» fa sapere un professionista del settore.
Il comitato che sta raccogliendo firme non chiede con la petizione la semplice riapertura del Punto nascite ma anche un suo potenziamento con strumenti organizzativi e tecnologici adeguati agli standard di sicurezza. E tra le altre cose chiede alla Provincia di rivedere pure la sua posizione rispetto alla riorganizzazione delle guardie mediche. Da Ledro infatti la prima guardia medica dista anche 23 chilometri».