L'addio a Osvaldo Dongilli «Prof e maestro di vita»
È sulle note di «Imagine» di John Lennon che studenti e docenti del «Floriani» hanno salutato ieri mattina Osvaldo Dongilli. L’assemblea d’istituto programmata per le prime ore è stata sospesa per permettere ad allievi e colleghi, rappresentanti dei genitori e del personale scolastico, di riunirsi in palestra e condividere così un momento di comune sentire, nel ricordo di quel professore, di quel collega e amico che per la scuola tanto si è speso, con passione e convinto impegno.
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«Perché lui, in ogni cosa che faceva, ci credeva molto, e in ogni progetto che portava avanti metteva sempre tutto se stesso, anteponendo l’interesse degli altri al proprio» ha detto padre Giancarlo, invitato a prender parte all’incontro, anticipando così la celebrazione funebre del pomeriggio.
«Prima di ogni altra cosa, Osvaldo voleva arrivare al cuore dei ragazzi - il ricordo delle colleghe e della dirigente scolastica - tanto che il suo contributo all’insegnamento andava sempre oltre le formalità. Insegnante critico ma di spirito innovatore, guida propositiva e positiva, persona umile e trasparente: impossibile non volergli bene...».
Oltre all’amore per la cultura e il territorio, caratterizzanti la figura di Dongilli, pure quello per le tradizioni, gli usi e i costumi del Basso Trentino, e per il dialetto, come lingua e luogo di incontro tra le genti. E fra le piccole grandi passioni della sua vita, quella per il vigneto di Tenno, di cui andava fiero e spesso raccontava, tra un caffè con i colleghi o una cena con gli ex alunni. «Difficile trovare le parole per esprimere il vuoto che lascia in chi lo ha conosciuto - ha osservato Graziano Riccadonna - tra le tante cose che ci mancheranno, pure il suo ottimismo nei giovani, cui era molto legato, al di là delle apparenze».
«Un uomo saggio, dotato di sensibilità, empatia, capacità di mediazione e ascolto - infine, il pensiero corale dei ragazzi del Floriani - un insegnante straordinario, che sapeva contraddistinguere ogni occasione e stagione con piccoli particolari. Osvaldo Dongilli non aveva bisogno di compromessi scritti: per lui eravamo persone, prima ancora che allievi. Per tutti noi non è stato solo un professore ma un vero e proprio maestro di vita...». «Ognuno di noi è oggi più ricco, dentro, per il semplice fatto di averlo conosciuto».
Nel pomeriggio, in una chiesa di Sant’Antonio decisamente piccola di fronte al gran numero di persone giunte da tutta la valle e dal Trentino, si sono svolte le esequie di un protagonista della vita politica, sociale e culturale del tennese e non solo. A salutarlo per l’ultima volta ancora molti studenti, alcuni insegnanti, la dirigente del suo istituto, e poi una folta rappresentanza di cacciatori, guidata dall’attuale presidente Carlo Pezzato, assieme all’ex presidente Flaim che ha avuto Dongilli quale vice provinciale.
Ben rappresentato anche il mondo politico. Dal vicepresidente della giunta provinciale Roberto Pinter all’ex onorevole Gigi Olivieri, quindi il consigliere provinciale Nerio Giovanazzi, il presidente della Comunità di valle Mauro Malfer, i sindaci di Tenno Gianluca Frizzi e Drena Tarcisio Michelotti, il vicesindaco tennese Giuliano Marocchi con l’assessore Giancarla Tognoni. Presenti anche gli amici del direttivo dell’associazione «Ars Venandi».
Emozionanti anche le sottolineature affidate al coro parrocchiale rinforzato da alcuni membri del «Lago di Tenno». Osvaldo Dongilli riposa ora nel piccolo cimitero i S.Antonio, da dove si «scorge» tutta la valle.