Quando la «Spiaggia degli Olivi» era il centro del (bel) mondo
La vita è fatta di attimi e la fotografia è nata per fissarli su carta (ora su schermi grandi e piccini). Di cosa è stata Riva dagli anni Trenta alla fine del millennio è stata buona testimone la «Spiaggia degli Olivi», locale simbolo della città e per molti anni - soprattutto quelli del Dopoguerra - vero riferimento mondano per tutto il Garda.
Un trascorso glorioso che ha in Franco Chemolli, per decenni gestore e titolare del locale (divenne il celeberrimo «Tiffany»), un custode puntiglioso ma tutt’altro che geloso. Proprio in questi giorni, in cui la «Spiaggia» dei rivani compie 83 anni - fu inaugurata infatti il 3 giugno 1934 - Chemolli ha concluso un enorme lavoro di analisi, scelta e ricostruzione storica riprendendo in mano migliaia di fotografie di quello che fu la «Spiaggia degli Olivi» e con essa la città.
Della passione di Chemolli per l’archiviazione sono consapevoli tutti coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltare i suoi racconti e i tanti aneddoti legati agli anni d’oro del locale. Il problema era dare ordine, senso e gestibilità a quella massa enorme di immagini e informazioni. «Mi sentivo di farlo e sono riuscito a farlo - racconta Franco Chemolli consegnandoci l’indice generale delle immagini sopravvissute all’inevitabile cernita - sono 333 fotografie (più 4 d’appendice), in bianconero e colori che ritraggono la “Spiaggia” da quando ancora non c’era, con i ricordi del lungolago prima dell’inizio del cantiere, agli ultimi eventi di cui mi sono occupato. C’è voluto molto tempo e tanta pazienza per riprendere in mano tutto quel materiale, ne è uscita una raccolta ancora corposa che ora metto a disposizione di chi vorrà farne qualcosa, per celebrare giustamente quel pezzo di storia cittadina e gardesana che è rappresentato dalla “Spiaggia degli Olivi”».
Il gran numero di immagini rende ancora difficile l’allestimento di una mostra documentaristica. Nella «Craffonara», la galleria civica adiacente la «Spiaggia», potrebbe starci forse la metà delle immagini scelte. Ma Chemolli non se ne fa un problema: «Le immagini ci sono, sono significative della nostra storia e tanti rivani vi ritroveranno qualcosa di loro. Se poi non diventeranno una mostra pazienza, questa cosa andava fatta...».
Visto che la raccolta è stata comunque scansionata ed è disponibile anche in versione digitale, non sarebbe male pensare pure ad una sua diffusione attraverso i moderni social.
Intanto, dopo un inverno di silenzio e chiusura, la «Spiaggia» contemporanea, al secondo anno di nuova gestione, ha riaperto i battenti e rilanciato le attività estive, anche sulla celebre terrazza. Con un nuovo logo proprio in stile anni Trenta.