Il bimbo nasce in casa Le istruzioni al telefono
L’amore è il dono più grande che si possa ricevere. Per Emmanuelle Ongaro e Mattia De Nitto, 28 e 27 anni, questo regalo ha un nome: Damiano.
Nato in casa tra i prati di Laghel in piena notte. «Mi sono svegliata verso le 4.20 e poco dopo ho sentito la prima contrazione - racconta la neomamma Emmanuelle - Subito è arrivata la seconda, così abbiamo deciso di chiamare mio padre chiedendogli di accompagnarci a Rovereto.
Arrivata la terza contrazione però, mi sono resa conto che non avremmo avuto il tempo di raggiungere l’ospedale. Ho chiesto a mio marito di correre nel bagno per recuperare asciugamani e coperte. Poco dopo, durante la quarta contrazione, è spuntata la testa. Mi sono sdraiata sul letto assecondando il bambino con una spinta. Ha pianto all’istante, lo abbiamo preso tra le braccia ed avvolto negli asciugamani. Dopo averlo lavato, si è attaccato al seno».
Emmanuelle è già madre di altri tre splendidi bambini: Aurora di 10 anni, Edoardo di 6 e Massimiliano di 5. «Mio marito ha chiamato il 112 ma, dato l’imminente arrivo del piccolo, i soccorritori ci hanno spiegato la procedura adatta per tagliare il cordone ombelicale.
Legandolo stretto con il nastrino di una bavaglina riposta nel cassetto, mio padre ha provveduto a tagliare e annodare. I soccorsi sono arrivati circa mezz’ora dopo, non trovando la nostra abitazione, hanno mandato anche l’elicottero, servito solo a trasportare il medico».
Damiano è nato alle 4.50, pesa 3 chili e 480 grammi. Anche i fratellini, svegliati dal trambusto, si sono precipitati nella stanza dei genitori trovando il nuovo arrivato attaccato al seno della madre.
«Nei mesi scorsi - spiega Emmanuelle - ci siamo documentati su cosa fare in caso di parto domestico o durante il viaggio, considerando che ora siamo privi di un Punto Nascite e raggiungere Rovereto in pieno giugno non è semplice. Temevo di non arrivare il sala parto, ma non mi sarei mai aspettata di partorire in 15 minuti! Siamo rimasti lucidi se pur spaventati. Io e mio marito ci siamo rincuorati a vicenda, aiutandoci nella più totale fiducia. Mio marito è stato meraviglioso!».
«I soccorritori che ci hanno assistito una volta giunti sul posto sono stati efficienti e gentilissimi, molto carini ed emozionati come noi. Ci terrei a ringraziare le ostetriche ed i medici di Arco che, pur non avendo un reparto attivo, ci hanno coccolati in attesa del trasferimento a Rovereto, avvenuto in tarda mattinata».
Elena Piva