Marco Boni, continuano disperatamente le ricerche Ieri due avvistamenti al vaglio della polizia
L'ipotesi alla quale tutti si vogliono «aggrappare» è una sola: che Marco Boni si sia allontanato spontaneamente, abbia fatto perdere ogni traccia di sé, abbia voluto lasciarsi alle spalle qualcosa di poco «piacevole» almeno per qualche giorno. Se ne sia andato, insomma. Ma sia vivo, da qualche parte, ma vivo. Lo sperano i famigliari, lo sperano gli amici, lo sperano tutti. E ieri la polizia ha diffuso nuove fotografie.
Ma c'è qualche indizio che potrebbe far pensare il contrario. Nell'appartamento all'Alboletta che Marco Boni utilizza come «base» tra le ore che lo separano tra la campanella della scuola e l'arrivo della mamma da Rovereto per tornare assieme a Tione, gli inquirenti hanno trovato il caricabatterie del cellulare (che peraltro non ha mai utilizzato in maniera spasmodica come la maggior parte dei suoi coetanei) e soprattutto 160 euro in contanti, una somma non da poco per una persona che vuole scappare, che probabilmente ha bisogno di soldi per muoversi. E soprattutto per un ragazzo.
I tabulati telefonici in mano agli inquirenti non hanno portato risultati concreti utili all'indagine, così come la vasta battuta sul campo che per gran parte della giornata di ieri ha coinvolto oltre una cinquantina di uomini di Soccorso Alpino, Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, unità cinofile dei vari corpi e la Scuola provinciale cani da ricerca e catastrofe. La zona della Maddalena è stata suddivisa in 20 «microzone» battute palmo a palmo senza trovare però assolutamente nulla. E il personale del Soccorso Alpino di Riva (coadiuvato da colleghi provenienti anche da Rovereto, Ala e Bondone) è tornato a setacciare la parete est del monte Brione calandosi dal crinale della montagna sino alla base nella zona del Linfano. Poco meno di una decina di calate di quasi 200 metri che però, purtroppo, non hanno fatto sì che i soccorritori potessero trovare elementi utili. È stata perlustrata anche la zona di Castel Penede e quella della falesia «La Ponta», nel tratto iniziale della Ponale. Niente.
Sempre nella giornata di ieri sono arrivate altre due segnalazioni di avvistamenti fuori provincia: una a Vallio Terme (in questo caso vi sarebbero delle riprese di telecamere a circuito chiuso al vaglio della Polizia) ed una nella zona di Salò dove un signore anziano avrebbe riconosciuto Marco, lo avrebbe fermato, gli avrebbe chiesto proprio se si chiamava Marco ma il ragazzo avrebbe risposto di chiamarsi Francesco e poi se ne sarebbe andato.
Intanto questa mattina è in programma un nuovo «tavolo tecnico» alle 10.30 presso il Commissariato del Governo di Trento, per fare il punto della situazione e pianificare le prossime mosse. Un'ipotesi, già accennata nel vertice di martedì, è quella di una «maxi ricerca» da effettuarsi tra sabato e domenica prossimi con il coinvolgimento del maggior numero di forze e di personale. Partendo dal miniappartamento all'Alboletta, una «battuta» a 360 gradi per alcuni chilometri, di casa in casa, di appartamento in appartamento, con Polizia e Carabinieri. Un po' com'era avvenuto oltre tre anni fa a Rovereto, un mese dopo la scomparsa dell'ottantacinquenne Marcello Pizzini.