Un urban center all'ex cinema Roma
Ad una ventina di chilometri da qui, nella vicina Rovereto, si trova a pochi passi dal centralissimo Corso Rosmini ed è gestito direttamente dal Comune che da tre anni a questa parte propone ogni mese la «Finestra sulla città», incontri tra cittadini e sindaco durante i quali l’amministrazione comunale illustra la propria attività. A Bolzano ce n’è uno più o meno analogo ed ora la proposta sta per partire ufficialmente anche a Riva del Garda. Si chiama «Urban Center» ed è uno spazio d’incontro e di confronto aperto alle associazioni ma anche un canale divulgativo e informativo per far conoscere le proprie idee, i propri progetti, la propria visione della città.
Manco a dirlo a lanciare la proposta è la cordata trentino-altoatesina capitanata da Heinz Peter Hager e dall’imprenditore arcense Paolo Signoretti, arcinoti alle cronache locali perché proprietari dell’area ex Cattoi di viale Rovereto. L’«Urban Center» di Riva verrà realizzato prossimamente negli spazi dell’ex cinema Roma di viale Dante e in questo senso è stato raggiunto un accordo per l’utilizzo degli spazi con Mauro Luchetta, presidente della «Fondazione Bertè» di Cavedine che è proprietaria dell’immobile. Le parti si erano già incontrate direttamente sul posto alla fine di marzo e in quell’occasione erano state gettate le basi per un progetto complessivo di recupero dell’immobile che ospita l’ex cinema, ormai chiuso e in stato di abbandono da quasi dieci anni (l’ultima proiezione ufficiale risale infatti al lontano giugno 2009). Per il momento l’intesa è tarata sulla durata di un anno, dodici mesi durante i quali la cordata trentino-altoatesina studierà gli eventuali utilizzi futuri e sfrutterà gli ambienti dell’ex cinema Roma per divulgare questa e altre proposte alla popolazione cercando anche un momento di confronto e di scambio.
Un’operazione di marketing e di strategia comunicativa sulla falsariga di quella che gli stessi Hager e Signoretti vogliono avviare a breve su parte del compendio ex Cattoi di viale Rovereto, oggetto della «discordia» con l’amministrazione Mosaner. Come anticipato ieri da «l’Adige», qui la proprietà ha già gettato (nel vero senso della parola) le basi per installare a breve un maxitabellone che conterrà una proiezione fotografica di quello che si ha intenzione di realizzare, uno slogan e una breve spiegazione in tre lingue, italiano, tedesco e inglese.
Un cartellone di una certa consistenza, 10 metri per 5, che, sempre nelle intenzioni della proprietà, dovrebbe essere installato sul fronte di viale Rovereto entro la prima quindicina di giugno. Il condizionale però d’obbligo perché il progetto sta già incontrando resistenze a Palazzo Pretorio. Ad una richiesta di autorizzazione è stato risposto dagli uffici competenti con un preavviso di diniego e questo lascia presagire che la parola finale dell’ente pubblico difficilmente sarà positiva. In questo caso la proprietà ha due strade. La prima, fare un passo indietro e rimettere il progetto nel cassetto. La seconda, tirare dritto per la propria strada e installare comunque il maxitabellone. In questa seconda ipotesi, lasciano trapelare da Palazzo Pretorio, si configurerebbe un abuso edilizio perseguibile per legge, esattamente come quello contestato l’anno scorso e anche pochi mesi or sono. Che andrebbe sanato comunque entro 90 giorni. Di fatto tutta l’estate, a meno che non vi sia una strada per anticipare i tempi. Alla fine comunque gli animi non saranno più sereni di adesso...