Arco, stalker evade ma finisce in carcere
In molte cose, se non in tutte, bisogna impegnarsi, ci vuole applicazione e perseveranza. A volte anche per andare in carcere. Perché in certe circostanze, per certe situazioni e certi contesti, le autorità competenti magari si adoperano per adottare misure alternative alla cella ma se il soggetto o i soggetti interessati perseverano, alla fine non possono fare altrimenti.
Come nel caso di un trentottenne arcense da tempo residente a Riva che nei giorni scorsi ha violato “per passione” le disposizioni del tribunale in due circostanze e alla fine è finito dietro le sbarre del carcere di Spini di Gardolo, su provvedimento del gip di Rovereto Fabio Peloso. L’uomo in passato ha avuto una relazione extraconiugale con una coetanea, anche lei di Arco, relazione alla cui conclusione, mesi dopo, l’uomo non però ha voluto rassegnarsi. Così per la donna la vita è diventata un tantino «pesante» e a dicembre dell’anno scorso l’uomo l’ha pure picchiata procurandole svariate ferite con una prognosi di oltre un mese.
Nei confronti del 38enne originario di Arco è scattata una denuncia e il divieto ad avvicinarsi entro un raggio preciso ai luoghi dove vive e lavora la vittima. Divieto che però non è stato rispettato e così la misura cautelare è stata inasprita e la Procura di Rovereto ha disposto gli arresti domiciliari, eseguiti dai carabinieri di Arco. Da casa sua quindi l’uomo non sarebbe dovuto uscire, men che meno per avvicinarsi alla sua ex amante. Cosa che però non ha fatto, di fatto tecnicamente evadendo e facendo perdere ogni traccia. È stato il suo legale di fiducia a convincerlo a non peggiorare la situazione e a costituirsi alla caserma di Riva. L’uomo alla fine è sceso a più miti consigli e ora si trova nel carcere di Trento. L’accusa è di «atti persecutori», in altre parole stalking.