Betta e Zeni: "Il punto nascite non si riapre senza deroga"
Sulle frequenti polemiche legate al futuro dell’ospedale di Arco, il sindaco Alessandro Betta prende posizione. Il primo cittadino, infatti, ha risposto a un’interrogazione presentata nelle scorse settimane dai consiglieri di minoranza Andrea Ravagni e Bruna Todeschi nella quale si parla apertamente un «costante depotenziamento» del nosocomio di via Capitelli.
Dura la risposta del sindaco: «In primo luogo l’amministrazione esprime un sentito ringraziamento agli operatori del nostro ospedale e anche la massima fiducia, perché purtroppo si registra, a causa di una politica alla ricerca del consenso, una sistematica distruzione dell’immagine dello stesso. Infatti, continuando a sollevare polemiche sulle tematiche ospedale e sanità, si porta ad ingenerare nella nostra comunità una clima di vera sfiducia verso le strutture stesse e la sensazione che non siano di buona qualità».
Questo atteggiamento, afferma Betta, «portato avanti in maniera sistematica e maldestra, sta sortendo tale risultato nella nostra comunità: la percezione che l’ospedale di Arco e la sanità locale non funzionino. Inoltre cercare di assoggettare agli amministratori locali colpe che non hanno - sottolinea il sindaco - e soprattutto ridicolizzare il loro atteggiamento di responsabilità verso le istituzioni alla ricerca di soluzioni valide e risposte efficaci, non è solamente una modalità di fare discutibile, ma è davvero un atto grave che purtroppo si adegua ai tempo moderni di una politica nazionale fatta di rissa. È emblematico come la tragedia che ha colpito Genova si sia trasformata nell’ennesima bagarre tra selfie, fake news, e bassezze di ogni tipo».
Quanto al punto nascite, afferma il sindaco, «non è assolutamente vero che l’amministrazione sia stata in silenzio. Abbiamo motivato più volte, con argomenti, la situazione e la nostra impostazione. Il modo di lavorare ha infatti previsto i seguenti passaggi: iniziative politiche a sostegno del mantenimento del punto nascite; comprensione dei limiti, ascoltando i tecnici, che il punto nascite aveva; approccio moderato non volendo creare inutili conflitti e sfiducia nelle strutture di Arco; consapevolezza di non avere competenze specifiche sulla materia, ma di di dover difendere responsabilmente, senza ingenerare bagarre, la struttura ospedaliera. E pertanto si è arrivati alla stesura di un importante protocollo con la Provincia».
All’interno dell’interrogazione, sostiene il sindaco Betta, «si parla di tutta una serie di chiusure e ne viene data solo una lettura negative al solo fine di fornire un’immagine esclusivamente negativa».
Lo stesso Betta allega un’ulteriore risposta scritta dall’assessore provinciale alla salute Luca Zeni nella quale, tra le altre cose, si fa riferimento proprio al punto nascite: «Esiste una differenza sostanziale tra la situazione del punto nascite dell’ospedale di Arco e quello di Cavalese - scrive Zeni - il primo, al contrario del secondo, non ha ottenuto dal comitato punto nascite la possibilità di derogare alla soglia dei 500 parti/anno. Le motivazioni sono note e sono correlate in particolare alla situazione “orograficamente complessa” dei territori che afferiscono all’ospedale fiemmese».