Litorale di Riva del Garda, la finta raccolta differenziata
La raccolta differenziata sulla spiaggia rivana non esiste. O quantomeno è da qualche mese che non viene più praticata. Carta, plastica e residuo secco finiscono tutti insieme in identici sacchi dell’immondizia neri a loro volta gettati in un unico container assieme a quelli prelevati dai bidoni tradizionali lungo la passeggiata del lungolago.
Il tutto sotto lo sguardo perplesso se non sarcastico dei turisti tedeschi, evidentemente abituati ad un modo diverso di gestire la materia ambientale. Ma anche sotto lo sguardo attento di qualche rivano che se n’è accorto e l’ha segnalato.
Non più tardi di alcuni giorni fa la conferma, con il motocarro della «Sogap», la cooperativa che è attualmente titolare dell’appalto con la Comunità di valle per la raccolta della differenziata, che fa avanti e indietro da Punta Lido a porto San Nicolò raccogliendo nello stesso rimorchio aperto i sacchi provenienti da tutti i bidoni: carta, plastica, secco, indifferenziato. Un’azione che diventa incomprensibile e grottesca visto che sopra quei bidoni campeggia in bella vista un cartello con scritto «L’ambiente non va in vacanza», tradotto anche in tedesco e in inglese con precise indicazioni fornite ai bagnanti su come dividere i diversi rifiuti.
A ulteriore conferma della mancata differenziazione della raccolta abbiamo verificato anche la tipologia dei sacchi: tutti uguali, senza alcun segno distintivo e chiusi dal medesimo laccetto in plastica trasparente. Una volta gettati nel cassone (anch’esso unico, senza pareti o spazi divisi) sono indistinguibili.
Un epilogo un po’ triste dopo due anni in cui il Comune ha lanciato e promosso la raccolta differenziata anche in spiaggia. La realtà dei fatti era fino a ieri sconosciuta anche all’assessore competente, Massimo Accorsi: «Il Comune ha dato alla Comunità di valle indicazioni ben precise - diceva ieri l’assessore, informato di quanto accade sul lungolago - ora faremo le verifiche del caso. Per quanto ne sappiamo la raccolta dovrebbe essere effettuata in giorni diversi con furgonici diversi: un giorno la carta, uno la plastica, e così via. Chiaro che tra Comune, Comunità e impresa la catena si allunga e i controlli diventano più difficili».
Accorsi non ha però perso tempo. Sentito il presidente della Comunità Mauro Malfer ha chiesto un incontro tecnico già lunedì mattina per chiarire quanto sta accadendo.
Noi abbiamo provato a chiederlo direttamente alla «Sogap», con sede legale a Preore, dove molto gentilmente ci hanno rimandato in Comunità di valle, cioè alla dirigente che da qualche mese (solo tre) si sta occupando della raccolta differenziata, la dottoressa Lorenza Longo. È quest’ultima - in origine anche lei all’oscuro della situazione e carica di dati sulla differenziata - a tentare di dare una spiegazione (dopo aver sentito ieri sera proprio i referenti operativi della cooperativa) a quanto accade: «Sì, è vero. La raccolta differenziata in spiaggia a Riva non viene fatta. La cooperativa parla di una bassissima qualità della raccolta, tale da renderla inutile. Ci hanno riferito che il metodo di raccolta è cambiato: tirano su tutti i sacchi indistintamente e li portano alla Maza, in un’area dove poi si cerca di salvare il poco di salvabile, plastiche e alluminio principalmente. Tutto il resto finisce nel residuo».
Una scelta che, però, sembra sia stata adottata dalla cooperativa in piena autonomia visto che né i tecnici della Comunità di valle né gli amministratori comunali e comprensoriali ne sapevano nulla: «Sì - conclude la dottoressa Longo - non c’è stasta cattiva volontà da parte della “Sogap”, ma cattiva informazione forse sì. Almeno potevano dircelo...».