Scoppia il caso Maroadi: sigilli al piano sopraelevato indagato anche Giorgio Losi
Il «caso Maroadi» si tinge sempre più di giallo. Il gip del tribunale di Rovereto, la dottoressa Monica Izzo, ha disposto il sequestro preventivo del terzo piano dell’immobile principale all’interno del campeggio che si affaccia sul lago e dell’edificio secondario, accogliendo la richiesta del procuratore capo della Repubblica Aldo Celentano che ha in mano il fascicolo d’indagine aperto dopo i primi accertamenti della Polizia Locale, all’inizio di aprile.
Il provvedimento di sequestro porta la data del 31 maggio scorso ed è stato eseguito il lunedì successivo, il 3 giugno, lo stesso giorno in cui alcuni dei nove indagati allo stato attuale delle cose sono stati informati dell’evolversi dell’inchiesta e della loro posizione giudiziaria. Tra gli indagati e i volti noti in zona, c’è il direttore lavori, l’architetto arcense Giorgio Losi, peraltro marito della dirigente responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Arco Bianca Maria Simoncelli, oltre ovviamente ai fratelli Barion titolari dell’azienda che gestisce la struttura. Struttura che era ed è comunque pienamente operativa visto che il sequestro preventivo riguarda parti importanti ma comunque non essenziali per il proseguimento dell’attività. I reati ipotizzati vanno dall’abuso d’ufficio all’omessa denuncia d’inizio lavori e nel decreto il gip Monica Izzo sottolinea che la libera disponibilità del terzo piano della struttura e dell’edificio secondario (le due porzioni sulle quali sono stati messi i sigilli) può «protrarre e aggravare le conseguenze dannose dei reati ipotizzati». Da qui la decisione di accogliere la richesta del procuratore capo Aldo Celentano. Nel decreto si fa riferimento tra le altre cose alla presunta mancanza del certificato di collaudo dei cementi armati ma, fa sapere l’avvocato Stefania Turroni (legale di fiducia di Alberto Barion), quella carta è stata depositata ufficialmente proprio lunedì scorso, il giorno stesso in cui è stato notificato il decreto di sequestro preventivo emesso dal gip nella giornata di venerdì. Lo stesso legale ha preannunciato che molto probabilmente nei prossimi giorni presenterà richiesta di revoca del sequestro di parte degli immobili.
Il caso dei lavori al camping Maroadi è balzato agli onori della cronaca all’inizio di aprile ed era diventato immediatamente un caso politico tanto che le opposizioni avevano presentato una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore all’urbanistica Stefano Miori, mozione poi bocciata dal consiglio comunale il 25 aprile scorso.