Il Comune dice "no" al circo «Ma noi veniamo lo stesso»
Nove tappe, nove richieste ufficiali, nove «sì». Senza problema alcuno. Da Ala ad Avio, da Rovereto a Mori, da Arco a Ledro, passando per Dro, Nago-Torbole e Volano. La decima richiesta sta rimbalzando da un paio di mesi abbondanti contro un «muro di gomma» e riguarda proprio Riva del Garda. Perché da Palazzo Pretorio sono stati chiari: nessuna concessione, non c’è un’area. Il privato ha reperito un’area a proprie spese? È lo stesso, resta il «no».
È di fatto un braccio di ferro quello in corso tra l’azienda circense «Fratelli Grioni» e l’amministrazione comunale di Riva del Garda dove l’azienda circense a conduzione famigliare (25 anni di attività, 10-12 persone impiegate, 180 posti a sedere per i propri spettacolo e, come precisa il titolare Roberto Grioni, «senza animali da spettacolo ma solo per una fattoria didattica») avrebbe dovuto esibirsi a partire da martedì prossimo 23 luglio dopo aver appena concluso i suoi spettacoli in quel di Arco, nell’area all’ingresso ovest della frazione di Bolognano. Un «braccio di ferro» nel quale è sceso in campo anche l’Ente Nazionale Circhi che nei giorni scorsi ha inviato al sindaco Mosaner e al prefetto di Trento Sandro Lombardi una dura missiva firmata dal presidente nazionale Antonio Buccioni in cui si parla espressamente di «violazione palese del principio di libertà d’iniziativa economica sancito dalla Costituzione» e «violazione delle leggi dello Stato per eccesso di potere».
L’8 maggio scorso Roberto Grioni ha presentato al Comune di Riva istanza per avere un’area dove esibirsi a partire dal 23 luglio, «fermo restando - sottolinea il presidente dell’Ente nazionale Circhi Buccioni - che la legge vigente stabilisce l’obbligo per i Comuni di compilare un elenco delle aree comunali per l’installazione dei circhi e tale elenco deve essere aggiornato almeno una volta all’anno».
«Prima ci hanno risposto che non c’era nessuna area disponibile - osserva Roberto Grioni - Dopo venti giorni hanno cambiato versione dicendo che dovevamo inviare la richiesta entro il 31 marzo ma nel Regolamento comunale, all’articolo 21, c’è scritto chiaro e tondo che la domanda va presentata almeno due mesi prima della data di occupazione. E io la domanda l’ho regolarmente presentata l’8 maggio scorso, tra l’altro proponendo due periodi diversi per non creare problemi logistici».
Palazzo Pretorio però ha risposto che l’area non c’è e ha rigettato la richiesta. Roberto Grioni si è dato da fare e ha raggiunto un accordo con la proprietà dell’area ex Cattoi (gli arcinoti imprenditori Hager e Signoretti) con la quale ha sottoscritto «un regolare contratto di comodato d’uso». Ma anche in questo caso a Palazzo Pretorio hanno fatto spallucce. «E senza il consenso del Comune interessato - precisa ancora Grioni - la Polizia di Stato non concede a sua volta il necessario permesso».
Morale: lunedì il Circo Italiano Fratelli Grioni dovrà abbandonare l’area di Bolognano e punterà comunque la «barra» su Riva. «Che sia per fare i nostri spettacoli o solo per rimanere lì in attesa di spostarci in val di Ledro - fa sapere il titolare dell’azienda circense - comunque io lì (all’area ex Cattoi, ndr.) ci devo andare».
Nelle tre pagine inviate dall’Ente nazionale Circhi si sottolinea anche che «se tutte le amministrazioni comunali tenessero il comportamento manifestato da quella di Riva del Garda i circa 100 circhi operanti in Italia - si legge testualmente - si vedrebbero costretti a dichiarare fallimento».
«Io ho 12 pec inviate in Comune, avrò chiamato 6-7 volte la segreteria del sindaco, ho chiesto anche del vicesindaco e dell’assessore competente - fa sapere Grioni - Si sono negati tutti, nessuno mi ha risposto. È la prima volta in 25 anni di attività che veniamo in Trentino e ovunque in questa provincia siamo stati accolti senza problemi. Solo quì a Riva ci impediscono di lavorare».