Garda, boom di alloggi turistici In 6 anni + 1.500 posti letto
Mentre il +16% di presenze turistiche di ottobre riequilibra il disastroso e freddo maggio, riportando la barra della soddisfazione economico-turistico al centro, è l’esplosione di posti letto turistici nell’Alto Garda a diventare sempre più un problema.
«Negli ultimi 6 anni abbiamo creato 3.000 nuovi posti letto nel Garda trentino e di questi solo 45 sono alberghieri; il resto, 2.950 circa - spiega Enzo Bassetti, presidente dell’Unione albergatori Alto Garda - appartiene all’extralberghiero: 1.500 nei campeggi, agritur, rifugi e gli altri, si stima 1.500 circa, negli appartamenti turistici».
Questa rivoluzione nel modo di affittare un alloggio, ha avuto grossa spinta con la diffusione di Airbnb: per l’Alto Garda, secondo questi dati, significherebbe circa 500 appartamenti tolti ai residenti per offrirli ai turisti, con conseguente rialzo dei prezzi degli affitti e scarsità di offerta per chi cerca un tetto per tutto l’anno. Con tutte le conseguenze sociali immaginabili.
Bassetti sottolinea che le ripercussioni «non riguardano solo l’abbassamento qualità dell’offerta ma anche l’economia complessiva dell’Alto Garda, visto che gli alberghi creano qualità e servizi, dando da lavorare; producono indotto e altri posti di lavoro; e poi c’è il risvolto sociale con la carenza di appartamenti da affittare ai residenti».
A questo punto la domanda che si pone Bassetti è: «Non si potrebbe fare qualcosa di più sulla qualità? Aumentano le presenze anche perché aumentano i posti letto, nell’extralberghiero sono esplosi i numeri anche perché non c’è nessun controllo. L’alberghiero crea occupazione, economia, giro... mentre gli appartamenti turistici non creano indotto e la cosa finisce lì. Chi investe nell’alberghiero, e abbiamo alcuni progetti discussi nell’Alto Garda, investe milioni e milioni, vuole dire che crea lavoro, con ricadute importanti per l’economia locale. Ecco, dobbiamo puntare alla qualità e non alla quantità».
E per il presidente degli albergatori Unat, ci sono alcuni modi per migliorare la qualità: «Va fatto un ragionamento sui piani urbanistici: basta con il residenziale che poi diventa turistico; altrimenti ci ritroveremo come Parigi, Berlino o Venezia, con i centri storici carissimi e svuotati dei loro abitanti. In secondo luogo va indirizzato, organizzato e programmato questo tipo di offerta; la Provincia in Finanziaria sta facendo un primo passo e va bene. In terzo luogo confrontiamoci con altre realtà: osserviamo l’Alto Adige, ha il doppio dei letti nell’alberghiero rispetto all’extralberghiero, in Trentino è l’opposto; è frutto di una programmazione decennale. Creare nuovi hotel di qualità con wellness e cura, vuol dire andare incontro alla richiesta, il mercato esige tale offerta».
«In termini numerici siamo saturi - osserva Marco Benedetti presidente dell’azienda di promozione turistica Garda trentino - non occorrono altri posti letto generici ma semmai di qualità, che possono essere dati solo da alberghi di nuova concezione. Per ridurre gli appartamenti turistici servono normative nazionali diverse, o regolamentazioni cittadine, come già a Barcellona, Londra o Berlino che limitano il proliferare di alloggi turistici nei centri storici; la prossima Finanziaria provinciale prevede un registro degli appartamenti turistici, che così, almeno, possono essere controllati, anche per fare pagare le tasse».